venerdì 20 settembre 2024


11/01/2012 10:15:43 - Avetrana - Attualità

Le dichiarazioni della mamma di Sarah: «Da Sabrina mi aspetto la verità»

 
Dopo la richiesta di extra omnes avanzata dai legali della difesa di Sabrina e Cosima Misseri, cui si sono aggiunti quelli degli altri nove imputati riguardo alla presenza dei giornalisti, oltre cinquanta le testate accreditate, inopportune secondo gli stessi, cominciano ad emergere le solenni decisioni prese nel corso della prima udienza per il delitto Scazzi tenutasi ieri, 10 gennaio presso l’aula al primo piano del Palazzo di giustizia di Taranto da parte della Presidente Cesarina Trunfio, dalle 9 alle 20.
Nelle oltre dieci ore di udienza i giudici, la Presidente e la Corte tutta è stata chiamata a deliberare su alcuni importanti questioni sollevate dai rispettivi legali. Da una parte dopo due ore di camera di consiglio dice sì alla presenza delle telecamere di Un giorno in pretura di Rai 3 incaricata di diffondere le immagini del processo alle testate radiotelevisive che ne dovessero fare richiesta seppur condizionate alla volontà della Corte, cui spetta il compito di dettare un fermo no alla riprese all’occorrenza, relativamente a foto o deposizioni o latro materiale estremamente delicato. No ai fotografi, i quali turberebbero se non altro per il tipo di attività il processo stesso, sì alla costituzione del Comune di Avetrana come parte lesa dall’affaire Misseri.
Inoltre la Corte rifiuta il rito abbreviato per Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, accusati di favoreggiamento personale, richiesta già rigettata dal Gup Pompeo Carriere, e rifiutata anche la rogatoria sulla testimonianza raccolta in Germania di Vanessa Cerra, ex commessa di Giovanni Buccolieri, il fioraio che l’avrebbe tirata in ballo per aver dichiarato che entrambi avevano visto sequestrare Sarah dalla zia, dopo che la presunta visione si tramutasse in sogno.
La Corte accoglie dunque l’eccezione della difesa escludendo la rogatoria. Michele Misseri continua ad essere escluso dalla lista dei testimoni sino a quando non dovrà rispondere del reato di occultamento di cadavere. A tal proposito tuonano le parole del PM Mariano Buccoliero, che dice chiaramente che la responsabilità di Sabrina integra e confonde quella del padre e viceversa, che il processo si attende una verità al di là di ogni ragionevole dubbio. Quindi il colpevole e non un colpevole come nello stile della giustizia italiana, indizi a parte e che il movente è da ascriversi alla ossessione di Sabrina verso Ivano, chiamato a testimoniare martedì 17 gennaio, insieme ad altre due amiche in comune delle due ragazze, Stefania De Luca e Angela Cimino.
Giornata di bilancio anche per quel che resta dei rapporti familiari Serrano vs Misseri. La signora Concetta e Cosima non si scambiano alcuna occhiata, con la complicità del marito della mamma di Sarah che impedisce ogni comunicazione tra le due; sotto il mirino della moglie e della figlia anche Michele, praticamente rinnegato dalle donne di casa. Presente tutta la famiglia Scazzi. Sabrina in un angolo piange e chiede di abbandonare l’aula, stringe un fazzoletto, rinnega ogni ripresa, mostra un total black tra abiti, pettinatura ed accessori, grazie ad un silouette ritrovata. Cosima oppone al mondo che la spia uno sguardo assente, irrigidito, perso nel vuoto, di assoluto silenzio, immobile dietro la gabbia che è stata predisposta per lei e la figlia, ritirata in un angolo.
Nel finale tuonano le dichiarazioni fuori microfono della signora Concetta a giornalisti e cronisti ai quali dichiara: “Sabrina comincia a cedere, ma la verità prima o poi me la deve dire, su quello che è successo quel 26 agosto, su chi frequentava mia figlia, e sul perchè dell’accaduto. Forse le perdonerò se mi chiederanno di essere perdonate, anche se fino a questo momento non mi è pervenuta alcuna richiesta di perdono da parte loro”. Continua a mostrare la ferra volontà di una giustizia certa mamma Concetta, che rivela però, chiaramente, che il suo interesse passa solo lateralmente a quello della giustizia legale, perchè è a quella umana che aspira, facendo appello alla coscienza di quella che fu, una volta la sua famiglia.
 
Mimmo Palummieri










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