Da oggi si verifica il movente che sarebbe alla base dell’omicidio
Il tanto atteso confronto tra Sabrina Misseri e il suo principe azzurro è arrivato: gli occhi puntati sono tutti su di loro, in quell’aula Alessandrini della Corte di Assise di Taranto dove cominciano ad avere un volto e un peso le parole.
A caccia del movente, questo si aspetta il Presidente del processo, giudice Cesarina Trunfio, che dovrà fissare uno degli elementi importanti del processo Scazzi, nel corso di questa udienza fiume al pari della prima. Sarà ascoltato dai giudici in qualità di teste di difesa ed accusa Ivano Russo, il bello di Avetrana, la cui ossessiva passione della ragazza avrebbe armato la mano dell’omicida, cioè di Sabrina, che rischiava di vederselo soffiare dalla cugina, che da bambina si trasformava in donna.
Ci si attende molto dalle dichiarazioni del giovane che si dovrà confrontare con le due altre testi del processo, Angela Cimino e Stefania De Luca, amiche di entrambe le ragazze e testimoni delle tensioni dei tempi precedenti alla morte di Sarah tra le due consanguinee per via di Ivano.
Si rintraccia, infatti nell’antico movente passionale, trama e ordito di eroine di ogni epoca, l’odio covato da Sabrina, incontrollato ormai quel 26 agosto, quando in una manciata veramente manciata di minuti, avrebbe ucciso la cugina, secondo modalità ancora tutte da accertare e che rendono ancora più indiziario un processo partito come indiziario, tanto da lasciare presagire, almeno nell’opinione pubblica, l’ipotesi di una qualche scappatoia per il clan Misseri, magari da risarcire pure.
Folto l’elenco delle richieste di accusa e difesa. Per la difesa, gli avvocati chiederanno l’ammissibilità come prova dell’epistolario copioso di Michele Misseri tra lui e la figlia, nel quale si autoaccusa del delitto; inoltre verrà inoltrata la richiesta di ammissibilità di prova, targata difesa, di alcuni servizi andati in onda nelle tv nazionali sostanzialmente per lo stesso motivo e per circoscrivere una volta per tutte l’induzione ad accusare la figlia da parte del pool difensivo di Misseri di allora.
Reiterata la richiesta dell’avvocato Missere, sempre per la difesa, di una nuova autopsia sul cadavere della quindicenne. Intanto sono state annunciate esclusivamente in qualità di scoop ancora non confermato delle prove dell’accusa a sostegno della colpa di Sabrina: degli sms e delle foto, prove inequivocabili della maretta tra le due cugine per il giovane cuoco da un alto, quanto di una ardente passione di Sabrina per il giovane che le rispose picche in seguito ad un tentativo di seduzione della stessa estetista . Insomma, sempre più a caccia di chiarezza per trasformare in prova certa il nulla di fatto, secondo le richieste del PM nella prima udienza, per non lasciare margini di dubbio alcuno nel giallo Scazzi annegato nel complotto di famiglia nel rimbalzo delle responsabilità, poiché, se si esclude la responsabilità di uno, si ammette quella dell’altra, sapendo che Sarah, almeno, sino ad adesso è entrata viva nel villino di via Deledda, per uscirne morta sicuramente, ma non si sa come.
Molto probabilmente verrà concesso a Sabrina di rendere dichiarazioni spontanee per smontare la tesi dell’accusa sul movente passionale, ma non è certo che tra lei ed Ivano possa incorrere un qualche chiarimento verbale per venire a capo del labirinto in cui ci si è impantanati.
Trova esecuzione la disposizione della scorsa udienza che garantisce alla trasmissione di servizio “Un giorno in Pretura” di Rai 3, l’esclusività delle riprese in aula, collegamento con le testate che ne hanno fatto richiesta, di una qualche immagine catturata nel corso dell’udienza, per ritrovare nelle parole misurate ed avvelenate dal dubbio, del chi ha ucciso chi e perchè, una qualche briciola dell’antica fiamma di un amore sfociato nella morte e nei codici legali.
Mimmo Palummieri