venerdì 20 settembre 2024


08/02/2012 11:08:05 - Avetrana - Attualità

Intanto l’avv. Galoppa ha chiesto la conservazione giudiziaria di una quota parte del villino di via Deledda

 
Si condensano dubbi e perplessità sulla deposizione di Ivano Russo dopo la quarta udienza fiume per il processo Scazzi nell’Aula Alessandrini della Corte di Assise di Taranto.
Le deposizioni della mamma e del fratello di Sarah chiariscono molti dubbi relativamente al movente dell’omicidio che sembrano almeno sino a ieri, sconfessare alcune dichiarazioni del ragazzo sentito dai giudici lo scorso 31 gennaio.
«Ivano sapeva che Sabrina nutriva molto più che un’amicizia per lui, era stata lei stessa a riferire a Sarah che il cuoco le aveva dato picche le sera in cui lìestetista aveva tentato di sedurlo. Sarah lo aveva riferito a Claudio e questi ad Ivano e ben presto la notizia si sarebbe diffusa nel paesino tanto da alimentare l’odio di Sabrina per Sarah. Inoltre, non credo che Ivano non si fosse accorto delle attenzioni di mia sorella per lui, perchè prima di partire per Milano avevo affrontato il discorso con Sarah pregandola di lascia perder, per evitare guai..... » .
Il fratello di Sarah ha inoltre chiarito lo scambio di sms tra la sorella ed Ivano dal suo cellulare. Effettivamente Sarah in un paio di occasioni aveva utilizzato il cellulare del fratello per inviare dei messaggi all’amico, ma gli oltre 15 messaggi trovati sulla memoria non giustificano la sola amicizia di Ivano per Sarah, invaghita del giovane, almeno quanto il ragazzo sembrava compiaciuto da questo triangolo amoroso ormai proibitivo.
E' di Claudio Scazzi il fuori programma dell'udienza: mentre depone si è rivolto alla cugina.
«Ma che hai fatto Sabrina» le avrebbe detto, tra il digrignare dei denti di Sabrina accusata insieme alla madre di concorso in omicidio, la quale, accanto agli avvocati Coppi e Marseglia, faceva la conta delle verità e delle menzogne riferite in aula dall’ex cugino in qualità di commentatrice a bordo campo dei fatti che le vengono contestati. Anche mamma Concetta risponde alla Corte, passo dopo passo passando al setaccio quel 26 agosto, riferendo cosa fosse accaduto prima che Sarah uscisse; ha dovuto spiegare l’ora in cui la figlia sarebbe uscita di casa per stabilire con certezza cosa sia accaduto tra l’uscita di Sarah e la denuncia che subitaneamente la famiglia Misseri le avrebbe indotto a presentare ai carabinieri di Avetrana, temendo in un rapimento della ragazza.
«Mi ero accorta che non correva buon sangue tra Sarah e Sabrina, mia figlia mi aveva riferito che la cugina la trattava male, tanto da consigliarle di lasciarla stare: che scema, si vende per due coccole..».
Chiarisce dunque il senso della frase più volte riferita dalla signora Concetta che lasciava intendere che Ivano fosse all’origine della maretta tra le due ragazze, nonostante la mamma della quindicenne non sapesse nulla di preciso a riguardo, specificando che mai la figlia si sarebbe confidata con la madre delle troppe attenzioni dello zio.
«Mia sorella è stata invidiosa di me per via dell’eredità ricevuta e quindi anche la figlia».
Questo il breve resoconto del lungo interrogatorio di mamma Concetta, che incorniciata nella sua chioma rossa dimostra la solita tenacia di sempre anche quando riporta l’ennesimo giallo della vicenda.
«Ho consegnato due diari a Sabrina di Sarah ma non so che fine abbiano fatto».
Ritorna dunque la pista dei diari di Sarah che a parere della famiglia e della Corte conterrebbero elementi utili al processo sulle dinamiche dei rapporti tra i tre ragazzi, Sarah, Sabrina e Ivano, con una differenza di età di oltre 14 anni che probabilmente in età adolescenziale fanno perdere la testa per chi c’è a portata di mano dopo la partenza di padre e fratello.
Guai in vista anche per Michele Misseri. oltre quelli già in pendenza. Daniele Galoppa, primo difensore del contadino, suo guru e guida spirituale nei bui giorni di carcere nel vivo della vicenda, già protagonista di una denuncia verso il suo ex assistito per le dichiarazioni di questi sul dirottamento di responsabilità del pool difensivo di allora sulla figlia Sabrina. Il legale, da avvocato di ufficio a legale di fiducia, ha chiesto la conservazione giudiziaria di una quota parte del villino di via Deledda, per un totale di 200.000 euro a titolo di risarcimento per il mancato riconoscimento della sua parcella di avvocato che Michele Misseri si è rifiutato di versare al legale di Grottaglie.
I rapporti ormai tesi tra i due a seguito delle conseguenze su Sabrina avrebbero indotto il contadino, più volte ripreso dalle telecamere commosso nell’ascoltare nipote e cognata riferire e ricostruire quel maledetto 26 agosto, a farsi giustizia fai da te forse pensando che quel tanto osannato buon patrocinio, tanto buono non era se a pagarne le conseguenze è la figlia.
Ascoltata anche la badante rumena della famiglia Scazzi accusata da Sabrina di aver organizzato il rapimento di Sarah insieme al fidanzato, anch’essa parte civile nel processo, e i due fidanzatini che per ultimi hanno visto Sarah ancora viva sulla litoranea per il mare, mentre imboccava l’angolo della strada che portava a casa della cugina per stabilire in via definitiva i fatti e circoscrivendo l’ora del delitto.
Bravo Claudio, finalmente qualche certezza in più.
 
Mimmo Palummieri










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