La nota della Palestra Popolare Mustakì di Taranto
«Nel calcio di oggi, quello globalizzato, delle squadre multinazionali, degli sponsor arabi e delle agevolazioni fiscali per permettere alle società italiane di competere alla pari con le corazzate multimilionarie inglesi e spagnole, un campionato di Lega Pro, la vecchia e polverosa serie C1 rappresenta veramente poco. Si parla spesso di società fantasma, calcio scommesse, bilanci truccati, questa è la normale cronaca dei campionati minori e non solo. Nonostante questa fase, molto più complicata di come l’abbiamo descritta, la Lega Pro è piena di squadre con una tradizione calcistica molto forte e radicata. Taranto e Ternana che si incontreranno domani in uno scontro al vertice falsato dalle penalizzazioni, ad esempio, sono proprio due città di questo tipo, accomunate in questo caso anche da una forte presenza sul territorio della grande industria. Una coincidenza molto particolare in questo caso, dove la passione per lo sport più bello del mondo si mescola a causa di decisioni arbitrarie con problemi di ben altra importanza.
Taranto infatti da decenni vive un periodo di profonda crisi, morale, economica, ambientale e la sua squadra di calcio riflette questa situazione, stipendi pagati con difficoltà e tanti problemi che vengono sanzionati con rigore dagli organi di controllo della Figc.
Fin qui quasi niente di nuovo. La cosa eccezionale invece è che il pubblico rossoblù ha deciso una raccolta fondi per venire incontro simbolicamente alle esigenze della propria squadra del cuore coronando il sogno, per una domenica, di essere lo sponsor della propria compagine. La scelta dello sponsor come la stessa raccolta fondi è stata effettuata tramite un sondaggio sul sito di Taranto Supporters attraverso il quale i tifosi si sono espressi, scegliendo come frase da applicare sulle maglie lo slogan RespiriAmo Taranto. Sulla semantica c’è poco da dire, è una dichiarazione d’amore verso la propria città e la squadra che la rappresenta. Fin qui niente di male.
Ma Taranto, come ormai tutti sanno, è una città dove si respira male, dove balconi e polmoni si riempiono di minerali e sostanze tossiche che dallo stabilimento siderurgico chiudono in una cappa mortale tutta la città. Evidentemente questa frase deve aver urtato la coscienza di quelli che una volta si chiamavano padroni, di quelli che tra i Due mari decidono da anni della nostra vita e della nostra morte, scegliendo il nostro destino biologico, economico, sociale e morale. Questi infatti non vogliono proprio che neanche si parli di Respiro per questa città, figuriamoci poi durante una partita di calcio, per cui supponiamo ragionevolmente che i padroni dell’Ilva, della Cementir e dell’Eni hanno reagito con la solita violenza e il solito muro, smentendo ancora una volta tutti quei politici che si affannano, chissà perché, a “cercare il dialogo con la grande industria”.
Insomma RespiriAmo Taranto, che in un primo tempo era stato accolto favorevolmente e poi misteriosamente e frettolosamente rifiutato, come si vede nei documenti consultabili sul sito di TarantoSupporters (http://www.tarantosupporters.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10810:contro-mari-avversi-sempre-navigheremo&catid=11:articoli&Itemid=104 ), secondo il Ministero e secondo la Figc è uno slogan politico, per cui non si addice ad essere lo sponsor di una squadra di calcio. Insomma, per essere chiari, respirare a Taranto e amare questa città oggi, per lo Stato Italiano, non è una necessità, bensì un atto politico, di parte.
Ed è vero, lo è, quando politica significa preservare il bene comune che è la nostra terra, la nostra vita e la nostra dignità. E' politico nell’accezione più alta e meravigliosa del termine,che individua nella politica lo spazio pubblico, in cui i cittadini partecipano e si esprimono per il bene della polìs, di tutti.
Come Palestra Popolare Mustakì, esprimiamo il nostro più profondo disprezzo per questa decisione assurda, stupida, offensiva e provocatoria, palesemente assunta in malafede e auspichiamo da parte degli organi “competenti” di tornare immediatamente indietro su questa decisione.
Ci sembra l’ennesima beffa per una città che lentamente e tra mille problemi e contraddizioni, da un po' di tempo cerca di ritrovare la sua dignità, esprimendo pian piano un'idea alternativa rispetto alla grande industria che determina in tutto e per tutto la sua vita. Anche lo sport deve fare la sua parte: il seguito, la partecipazione,i valori e la sua valenza sociale lo impongono. Nel piccolo della nostra Palestra Popolare, proviamo a farlo ormai da anni, così come altre associazioni cittadine che nello sport hanno individuato l'ennesimo grimaldello per provare a cambiare tutti insieme questo territorio.
Chiediamo quindi l’intervento ed una presa di posizione chiara e netta della FGIC e del CONI provinciale, affinchè pongano anch'essi, dall'interno, una questione così importante per questa città e la sua gente. Per non scrivere un'altra brutta pagina di sport asservito ai poteri forti, sordo e timoroso rispetto a quello che gli succede intorno rendendolo ancora una volta slegato e lontano dalle nostre vite».
Palestra Popolare Mustakì
Taranto