A 5 mila gli studenti tarantini della scuola secondaria di primo e secondo livello aventi diritto –per motivi di reddito- alla fornitura totale o parziale dei testi scolastici, le istituzioni non sono in grado di garantire il diritto allo studio
Incredibile, mancano solo tre mesi alla fine dell’anno scolastico ed un numero incredibilmente alto di studenti tarantini frequenta le lezioni, senza possedere i libri di testo.
Sono circa 5 mila gli studenti tarantini della scuola secondaria di primo e secondo livello aventi diritto –per motivi di reddito- alla fornitura totale o parziale dei testi scolastici. Ebbene a questi ragazzi, le cui famiglie sono impossibilitate ad acquistare autonomamente i libri di scuola, le Istituzioni non sono in grado di garantire nei modi e nei tempi giusti il diritto all’istruzione ed allo studio.
Il Comune di Taranto che quest’anno aveva sottoscritto un protocollo di intesa con Confcommercio, affinché fosse effettuata per tempo la fornitura dei testi scolastici, non ha potuto dare avvio alla consegna dei buoni libro poiché la Regione a sua volta non ha fatto in tempo –per il cosiddetto patto di stabilità- a mettere a bilancio la somma (408 mila euro per la provincia di Taranto ) destinata a questo capitolo. E così a farne le spese sono gli studenti del capoluogo jonico (ma, anche di diversi comuni della provincia) il cui Comune, che per i noti problemi di dissesto, non è in grado di anticipare le somme. Alcune librerie, venendo incontro alle esigenze degli studenti, hanno anticipato la fornitura, ma nella maggior parte dei casi gli studenti sono ancora senza testi scolastici.
«Una situazione paradossale, di una gravità enorme –commenta Gigi Traetta, presidente provinciale dell’ALI, l’associazione librai- per il disagio che crea agli studenti costretti ad assistere alle lezioni senza poter esercitare il diritto alla istruzione ed allo studio che, come è noto, è sancito dall’art.34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Un’ennesimo esempio di quel ritardo che non favorisce lo sviluppo del Paese, e che soprattutto nel Mezzogiorno contribuisce ad accentuare il divario sociale e a rallentare la crescita».