Nuovo appuntamento con la rassegna “La scena dei ragazzi”, stagione di matinée teatrali riservati agli alunni delle scuole dell'obbligo del comune capoluogo
Se è vero che d’amore si può impazzire è ancor più vero che senza amore si diventa matti e infelici. E che disastro i bambini senza amore o con troppo amore. Per la rassegna “La scena dei ragazzi”, stagione di matinée teatrali riservati agli alunni delle scuole dell'obbligo del comune capoluogo, promossa da Provincia e Comune di Taranto e Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con il Crest, lunedì 12 e martedì 13 marzo 2012, alle ore 10.30, al teatro TaTÀ di Taranto, in scena Romanzo d’infanzia, testo Bruno Stori, coreografia e interpretazione Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, regia e drammaturgia Letizia Quintavalla e Bruno Stori, produzione Quintavalla-Stori-Compagnia Abbondanza/Bertoni. Vincitore Premio ETI/Stregagatto 1997/98. Info: 099 4707948.
Uno spettacolo in cui il linguaggio del teatro-danza, normalmente riservato ad un pubblico non di giovanissimi, si propone in una formula più narrativa ed immediata in modo da renderlo fruibile anche dai bambini. In scena due danzatori che si alternano tra essere genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e fuggire e difendere e proteggersi e scappare e tornare e farsi rapire per sempre senza ritorni: insomma vivere. Una dedica a tutti coloro che non possono fare a meno dell’amore.
Romanzo d’infanzia è uno spettacolo in cui il linguaggio del teatro-danza, normalmente riservato ad un pubblico non di giovanissimi, si propone in una formula più narrativa ed immediata in modo da renderlo fruibile anche dai bambini. L’infanzia è il diamante della nostra vita, è grezza e abbagliante. Si può scheggiarlo e offuscare la potenza della sua luce. E questo è male? Non so, ma fa male, molto male.
Se è vero che d’amore si può impazzire è ancor più vero che senza amore si diventa matti e infelici. E che disastro i bambini senza amore o con troppo amore.
Tra gli eterni deboli ci sono i bambini.
Crediamo che la diversità sia un diritto che va ribadito in ogni epoca e in ogni paese. Insomma è sempre tempo di trovarsi dalla parte di chi perde, di chi è più debole. Da questi presupposti deriva un metodo di lavoro che influenza e definisce soprattutto la drammaturgia e il lavoro con i danzatori-attori, considerati più importanti del personaggio, del testo e portatori di materiale umano prezioso e vivo.
Questo lavoro parla del disagio infantile all’interno dei rapporti primari-affettivi, della violenza fisica e psicologica che l’infanzia subisce a casa o nelle istituzioni, del delitto di non ascoltare i propri figli, di colpe senza colpevoli.
In scena due danzatori che si alternano tra essere genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e fuggire e difendere e proteggersi e scappare e tornare e farsi rapire per sempre senza ritorni: insomma vivere.
[Letizia Quintavalla, Antonella Bertoni, Michele Abbondanza, Bruno Stori]
età consigliata: dai 6 agli 11 anni
Quintavalla - Stori - Compagnia Abbondanza/Bertoni (Rovereto)
ROMANZO D’INFANZIA
testo Bruno Stori
coreografia e interpretazione Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
regia e drammaturgia Letizia Quintavalla e Bruno Stori
musiche Alessandro Nidi
ideazione luci Lucio Diana
elaborazioni sonore Mauro Casappa
costumi Evelina Barilli
fonico Mirko Bogunovic
luci Alberta Finocchiaro e Andrea Gentili
voce fuori campo Silvano Dantesco
coproduzione Teatro Testoni Ragazzi
vincitore Premio Stregagatto 1997/98