martedì 24 settembre 2024


14/03/2012 19:58:56 - Provincia di Taranto - Attualità

L’intervento del presidente provinciale Leonardo Giangrande

 
Tra peggioramento delle condizioni di prestito, allungamenti dei tempi di erogazione e accesso negato, cresce a dismisura l’esercito dei disperati, i  piccoli e medi imprenditori del commercio, dei servizi, del turismo, dell’artigianato e della piccola industria che inutilmente cercano di aprirsi un varco contro il sistema di difesa  corazzata delle banche. E’ una situazione nella quale –preannunciano gli addetti ai lavori- andranno avanti i più forti cioè quanti saranno in grado di superare la mancanza di liquidità creata dalla contrazione dei consumi, dai ritardi dei pagamenti da parte dei clienti,  dalla frenata, ed in taluni casi dalla TOTALE INDISPONIBILITA’  delle banche, spesso chiuse e protette in una torre d’avorio.
«Non vogliamo strumentalizzare l’accaduto, ma è fuor di dubbio che non si può essere ciechi e sordi –afferma, il presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande- dinnanzi al dramma umano del collega di Ginosa, un uomo che ha ceduto alla disperazione e che ha deciso di dare un taglio ad una esistenza di affanni. Purtroppo non si tratta di una storia isolata, sono infatti tanti i piccoli imprenditori che stanno vivendo momenti di grande sofferenza e che saranno costretti nei prossimi mesi a cessare l’attività. E’ innegabile che l’unica crisi di cui tutti parlano è quella  del sistema bancario, che lo Stato e i vertici della finanza si sono preoccupati sin’ora  di sostenere gli istituti di credito (le banche italiane a febbraio hanno ricevuto dalla Banca Centrale Europea 139 ml di euro), come se l’unico  problema fosse dare sicurezza e stabilità alle imprese del credito, a prescindere dalla funzione alla quale sono chiamate a rispondere. Non a caso, il vicepresidente della Regione Puglia, L. Capone, incontrando i vertici dell’Abi regionale ha dovuto ricordare che il finanziamento della Bce è destinato a risolvere i problemi di liquidità finanziaria delle imprese e che il compito di istituzioni e banche è sostenere l’economia in questo momento di crisi >>
Secondo l’Osservatorio Credito di Confcommercio (IV trimestre 2011), le imprese del terziario che si sono rivolte alla banche per chiedere un finanziamento, un fido o una rinegoziazione sono il 18,1%, contro il 22% del trimestre precedente. Di queste solo il 35% ha ottenuto un ammontare pari o superiore a quello richiesto , contro il 49,9% del trimestre precedente; al 32,6% è stato negato o concesso in misura inferiore rispetto alla richiesta; nel Mezzogiorno l’irrigidimento è anche peggiore: le imprese che si son viste negare in tutto o in parte il credito rappresentano il 38,7%.
«Le ragioni per le quali le imprese chiedono un finanziamento è soprattutto per esigenze di cassa (per il 44,6%) o per ristrutturare debiti esistenti ed  il consolidamento (per il 20%), ciò conferma –continua Giangrande- il grande bisogno di liquidità che impantana le imprese. E’ un cane che si morde la coda: i prezzi praticati alle imprese sono aumentati, è altresì peggiorato il ritardo dei pagamenti da parte dei clienti delle imprese che a loro volta  si vedono costrette a rivolgersi al sistema bancario per continuare a tenere in piedi l’azienda; le banche dinnanzi ad una impresa in difficoltà chiudono il dialogo, e qui il cerchio si chiude con tutte le ripercussioni che ne conseguono per l’ occupazione, i consumi e lo sviluppo».
 Quante saranno nei prossimi mesi le imprese della provincia di Taranto in grado di farcela? E’ un tema questo, sul quale Confcommercio Taranto, anche attraverso la sua confidi di riferimento -la Società di Garanzia Commercianti- nei mesi scorsi ha   invitato le banche, locali e non, ad aprire un confronto finalizzato alla definizione di un percorso utile a dare  un margine di speranza in più alle imprese locali.
«Abbiamo avviato –rimarca il presidente di Confcommercio- un giro di incontri (nel mese di gennaio) con gli istituti di credito locali per sollecitare maggiore attenzione al territorio e più disponibilità verso il sistema locale delle imprese. Più aperte  si sono dichiarate  le banche locali per vocazione più vicine al territorio e più propense ad un rapporto fiduciario verso l’ imprenditore locale di cui spesso conoscono la storia e l’impegno.  Purtroppo non abbiamo visto sin ora grandi segnali. Dal canto nostro ci stiamo adoperando per favorire (spostando le disponibilità finanziarie della nostra confidi) l’operatività di quelle banche che dimostrano più apertura verso le imprese locali. Contestualmente stiamo sollecitando il Prefetto ad aprire un tavolo vertenziale (associazioni di categoria, Camera di commercio e banche) sul credito. Chiederemo inoltre alla Regione di poter prorogare le somme residuali del Fondo di Garanzia (in scadenza il 30 marzo) a sostegno delle piccole e medie imprese, sino al rifinanziamento del nuovo Fondo».










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