Usanze e cultura dell'antica civiltà rurale, si mescolano mirabilmente ancora oggi a Carosino
Carosino torna a festeggiare nella serata del prossimo 24 marzo la Festa di Primavera, una manifestazione che vedrà riunirsi attorno all'antico rito del falò, canti, musica, danze, e l'immancabile sorso di vino simbolo di convivialità.
L'iniziativa sarà curata da un apposito comitato che vede in questa antica usanza pagana, un vero e proprio rito di socialità, il quale non consiste solamente nell'accensione del falò, ma considera lo stesso come atto finale di un lungo percorso, che si fa tradizione radicata nel territorio.
La costruzione della maestosa pila per il falò, composta di legnami vari, ha contagiato la comunità richiamando ragazzi e ragazze attorno ai riti della preparazione e della raccolta collettiva di materiali. Il progetto ha contribuito anche a recuperare il rapporto con i luoghi campestri ed i suoi tempi lenti, fatti di suoni e di racconti orali, che hanno ancora la fragranza della bellezza della semplicità. Tutto è avvenuto con massima naturalezza ed è stato possibile reperire il materiale nei diversi agri (resti di potature di viti, ulivi, ecc.) grazie alla collaborazione di alcuni contadini. Sono state confezionate diverse fascine utili per la fucarazza e lo stesso “saramiento” è diventato praticamente il simbolo della Festa di Primavera 2012.
Il rito collettivo, cominciato mesi orsono, si concluderà appunto la sera del 24 marzo in fondo a via De Gasperi a Carosino, dove sarà dato fuoco alla fucarazza. Nell’occasione gli appartenenti al comitato, riconoscibili dalle apposite magliette, distribuiranno ai presenti alcune t-shirt che richiamano la manifestazione, per condividere con la comunità l'evento e ricordarlo nel tempo.
Usanze e cultura dell'antica civiltà rurale, si mescolano mirabilmente ancora oggi a Carosino grazie alla Festa di Primavera. Un magico rito agreste, sospeso tra passato e futuro, tradizione e modernità, che si consuma tra la notte e il giorno, come il fuoco in cenere.
Al limitar della campagna col centro urbano.
Floriano Cartanì