Quando la musica serve per curarsi ed è un mezzo di denuncia
La musica come momento di catarsi, ma anche come mezzo di denuncia.
Nando Popu, leader del gruppo salentino dei Sud Sound System, ha raccontato agli studenti del “Del Prete” di Sava la genesi di un fenomeno musicale che è nato nella terra leccese e che da anni è una realtà non solo in Italia. Svelando un’altra sua importante qualità, di quella, più nota, di bravo artista musicale: è un fine comunicatore ed un abile arringatore.
«Il nostro gruppo è nato negli anni ’80, quando il Salento ha vissuto un periodo molto brutto: le guerre di mafia, con omicidi, sparatorie e arresti all’ordine del giorno» ha ricordato il leader dei Sud Sound System. «Siamo dovuti scappare dalla piazza, perché sentivamo il bisogno di uno spazio sicuro. Uno spazio che è vitale per l’uomo, che altrimenti vivrebbe in cattività. Ci siamo ritrovati in campagna e, quindi, siamo nati come effetto di una esclusione sociale. In campagna ascoltavamo musica, in particolare il reggae. Un po’ per gioco, abbiamo iniziato a cimentarci con questo ritmo e con le rime in stretto dialetto salentino. Noi, quindi, stavamo utilizzando la musica per “curarci” da una realtà brutta, per sfuggire alla mafia e per non omologarci. La campagna inizialmente è stata una scelta forzata. Poi, però, abbiamo iniziato ad apprezzare la sua bellezza: ulivi secolari, muri a secco, ecc. Perché Sud Sound System? Sound System era una radio della Giamaica, che trasmetteva il reggae in un periodo in cui i “rasta” venivano picchiati e arrestati. Il reggae è stata quindi una musica che denunciava. Noi ci siamo ritrovati nei valori di quella musica, sovversiva e ribelle».
Denuncia che è il comun denominatore della musica dei Sud Sound System, che non esitano a porsi al fianco di chi lotta per un ambiente più pulito e per il rispetto, quindi, della natura.
«Qualcuno mi spiega se l’Ilva ha portato a Taranto più benefici che note negative? Io credo che l’Ilva abbia portato solo morti (che qualcuno definisce “bianche” per prenderci per i fondelli) e inquinamento. Ha portato diossina e malattie. E il polo industriale di Brindisi? A cosa è servito? Questo territorio era tagliato per l’agricoltura e per il turismo. Ma è stato stravolto da chi è venuto qui da noi, da Genova, facendo passare per affare una beffa atroce. Avremmo dovuto lottare per non far passare l’Ilva e la centrale di Cerano. Ma quale affare? Se fosse stato tale, state tranquilli che non lo avrebbero portato quaggiù. Ed ora noi siamo “turisti nella nostra terra”. Perché ci stanno mettendo nelle condizioni di andar via. Non siamo più i padroni di casa. Al contrario degli agricoltori dell’Emilia o del Veneto, che oggi si sono arricchiti. A loro poi portiamo i soldi per andare nelle strutture ricettive. Noi avremmo dovuto sfruttare quelle risorse…».
Il dialetto leccese non è stato un freno nel percorso verso il successo di questo gruppo.
«La lingua non può essere un limite. Per noi è un orgoglio. Solo dopo ci siamo accorti che abbiamo fatto anche una operazione culturale, considerato che il dialetto andava estinguendosi. Ma ditemi poi una cosa: riuscite a capire i messaggi dei brani inglesi? Non credo. E comunque non mi preoccupo della lingua, perché non sono un poeta. E’ la musica che produce sensazioni. E sapete cosa ci succede? Su 60 concerti che teniamo ogni anno in media, 5 li facciamo nel sud e tutti gli altri nel profondo nord. Ed è una bella soddisfazione vedere 10-15.000 settentrionali che ballano con i nostri brani».
Musica, quindi, neorealista: i testi nascono dopo aver osservato la realtà circostante.
«Non lasciamoci colonizzare» è stato il messaggio finale di Nando Popu. «Ragazzi, evitate di farvi omologare. L’atteggiamento vincente è la ribellione, che non significa andare allo stadio e spaccare tutto. Ma amare la natura ed evitare di subire altri soprusi come il nucleare e le centrali a biomasse. Chi non si arrabbierà, sarà destinato ad estinguersi».
Prima di salutare gli studenti (portando con se il bigliettino da visita di questo territorio: il buon vino del Consorzio Produttori Vini di Manduria) Nando Popu ha poi svelato qualche anteprima sui nuovi lavori, che prevedono collaborazioni con Sabrina Guzzanti, forse anche con Checco Zalone e con altri comici.