Intanto proseguono le udienze del processo sull’omicidio di Sarah Scazzi
Inizio settimana decisamente da cronaca nera per la Puglia e per la provincia di Taranto: è giunta attesa la notizia confermata che uno dei cinque corpi recuperati dalla Costa Concordia, naufragata la notte del 13 gennaio a pochi metri dall’Isola del Giglio, nell’Arcipelago Toscano, è di Giuseppe Giacomo, il 30enne di Alberobello, imbarcato sulla nave ammiraglia della Costa Crociere da solo un mese, quale membro dell’orchestra di bordo.
Ha fatto il giro del mondo la notizia che abbia ceduto il posto ad una bambina sulla scialuppa di salvataggio, rinunciando a salvarsi, diventando l’altra parte sana di un dramma con tanti aspetti ancora da chiarire.
La salma identificata in seguito all’esame autoptico è rientrata in queste ore ad Alberobello, per i funerali. La famiglia aveva fatto affiggere sull’isola volantini con l’immagine di Giuseppe che un video su You Tube dava per salvo, nonostante la mancanza di notizie aveva sin da subito fatto temere l’inevitabile.
Altro scenario, ma sempre noir, la dodicesima udienza del processo Scazzi presso la Corte di Assise del Tribunale di Taranto. Durante le sette ore di udienza sono stati ascoltati circa otto testimoni, di cui uno non si è presentato e l’altro dispensato su richiesta di accusa e difesa.
Testimonianza attesa quella della terza sorella Serrano, Dora, sorella minore di Concetta e Cosima, che circa trent’anni fa avrebbe ricevuto delle molestie da parte del cognato, che a detta della testimone, le avrebbe sfiorato il braccio, invitandola a fare altro.......!!!!
Il marito di Dora, Pancrazio Spinelli, ribadisce quanto riferito dalla moglie davanti a Cesarina Trunfio, presidente di Corte, nonostante le perplessità iniziali dello stesso, deposizione che riporta i fatti alla prima versione di Michele Misseri, il cui omicidio della nipote avrebbe origini libidinose, scaturite dalle molestie riservate a Sarah in quel garage maledetto il 26 agosto del 2010.
La prossima udienza è fissata per il prossimo 24 aprile, nonostante dalle udienze appare chiara la strategia di accusa e difesa, nella corsa al si salvi chi può.
Mimmo Palummieri