30 dirigenti accusati di aver provocato la morte di 15 operai
È cominciata a Taranto l’udienza preliminare a 30 dirigenti dell'ex Italsider e attuale Ilva, accusati di aver provocato, sino al 2010, la morte di 15 operai che si sarebbero ammalati lavorando in luoghi sprovvisti di adeguate misure di sicurezza per la presenza di gas tossici e amianto.
Tra gli imputati, il patron dell'Ilva Emilio Riva, suo figlio Fabio, e manager della gestione statale del Siderurgico quali Giovanni Gambardella e Sergio Noce e l'attuale direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa. Tra gli imputati figura anche l'attuale direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso.
I reati ipotizzati. A tutti vengono contestati i reati di disastro colposo, omicidio colposo e omissione dolosa di cautele sul luogo di lavoro. Secondo quanto indicato nel capo d'imputazione, in quegli ambienti «si diffondevano vapori e/o gas irrespirabili o comunque tossici», mentre «in quelli nei quali si sviluppavano odori, fumi e polveri di qualunque specie» non sarebbero stati adottati «provvedimenti atti ad impedire o ridurre lo sviluppo e la diffusione delle polveri-fibre di amianto».
L'udienza. Nell'udienza odierna, dinanzi al gup Giuseppe Tommasino, si sono costituiti parte civile 28 eredi delle vittime, la Cgil e l'Inail. Il pubblico ministero Raffaele Graziano ha depositato nuova documentazione e gli imputati hanno chiesto "termini a difesa". Le prossime udienze sono fissate per l'8 e il 15 giugno.
I decessi, secondo l'accusa, sarebbero da attribuire a malattie quali il mesotelioma pleurico, il mesotelioma peritoneale e il cancro al polmone, correlabili con l'esposizione professionale all'amianto.