Vi hanno partecipato il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Manduria, il capitano Luigi Mazzotta, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Sava, il mar. Edoardo Quaranta, il referente per la provincia di Taranto dell’associazione “Codici”, Alessandro Scapati, e un imprenditore di Sava, Sergio Pichierri, che anni fa cadde nelle maglie dell’usura
L’usura è un male antico che da sempre accompagna la storia dell’uomo. Consiste nello sfruttare il bisogno di denaro di un altro individuo per procacciarsi un forte guadagno illecito.
Alla base di un rapporto usuraio c’è, da una parte, la necessità di denaro e, dall’altra, un’offerta che può apparire come un’immediata possibile soluzione per chi si trova in difficoltà. Ciò che pesa in modo decisivo sul rapporto fra usurato e usuraio è la convinzione della vittima di non avere comunque alternative alla propria situazione: solo l’usuraio, al momento del bisogno, lo ha “aiutato”; e anche se man mano gli toglie il patrimonio e la serenità, l’usuraio può, comunque, “dargli” ancora qualcosa. Si innesca così una spirale perversa che soltanto la vittima può spezzare, denunciando l’usuraio. In questo modo l’usurato riacquista la propria indipendenza. E ricomincia a vivere.
Dell’usura e dell’evoluzione di questo reato si è discusso, nei giorni scorsi, nell’istituto “Del Prete” di Sava, che ha avuto il piacere di ospitare, per questa iniziativa, il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Manduria, il capitano Luigi Mazzotta, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Sava, il mar. Edoardo Quaranta, il referente per la provincia di Taranto dell’associazione “Codici”, che si occupa di fornire assistenza alle vittime dell’usura, Alessandro Scapati, e un imprenditore di Sava, Sergio Pichierri, che anni fa cadde nelle maglie dell’usura.
«L’usura non è più quella di 10 o di 20 anni fa, quando esisteva il “cravattaro” (si chiamava così proprio perché i suoi prestiti, come una cravatta, tendono a stringere al collo la vittima), che, fingendosi amico di coloro che vivevano momenti di difficoltà economica, prestava del denaro» ha affermato il cap. Mazzotta. «Inizialmente i tassi d’interesse sembrano affrontabili, poi, via via, tendono a “strozzare” la vittima. Oggi ci sono organizzazioni malavitose che riciclano in questa attività criminosa capitali non puliti».
C’è poi un’altra figura nuova che lucra.
«Sono emersi, in alcuni casi, alcune figure che possiamo definire come dei “mediatori usurari”: loro apprendono notizie dagli istituti bancari su imprenditori in difficoltà economica e offrono questi nomi agli usurai, che poi provvedono a contattarli» ha aggiunto l’avvocato Scapati.
Il capitano Mazzotta si è soffermato sulle disposizioni legislative in vigore e sulle tecniche di investigazione (consigliando, comunque, sempre e comunque la denuncia alle forze dell’ordine). Il rappresentante di “Codici” ha rimarcato anche il ruolo delle agenzie di credito al consumo, alcune delle quali erogano prestiti a tassi che rasentano quelli degli usurai.
Infine Sergio Pichierri ha raccontato la sua … disavventura, dalla quale è uscito proprio denunciando i fatti ai Carabinieri, su consiglio del mar. Quaranta.