Il sindaco di Lizzano ordina alla ditta che gestisce il depuratore di convogliare le acque provenienti dall’impianto nella falda acquifera del sottosuolo
Quattro impianti di depurazione di acque reflue sottosequestrati, 21 avvisi di garanzia: è questo l’esito una importante azione della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto che ha coinvolto i comuni di Trani, Molfetta, Barletta e Andria.
Gli investigatori avrebbero accertato che gli scarichi in prossimità di aree marine e tratti costieri, in zone particolarmente frequentate nel periodo estivo, provocavano danni all’ambiente ed alla collettività. Quanto accaduto nei comuni della provincia di Bari, conferma come in tutta la Puglia vi sia una diffusa situazione di mancato controllo degli impianti di depurazione e come la mala gestione ambientale sia tollerata dalle stesse Istituzioni, non a caso tra gli indagati vi sono dei funzionari della Regione. E’ chiaro che è necessario attivare politiche strutturali di gestione dei rifiuti che non compromettano la qualità dell’ambiente e non rechino danno alle persone ed alle attività, ed in particolare le imprese del turismo.
E’ di queste ore la notizia che il sindaco di Lizzano, Dario Macripò, ha emanato una ordinanza ‘urgente’ per il convogliamento nella falda acquifera del sottosuolo delle acque provenienti dall’impianto consortile di depurazione dei comuni di Lizzano, Fragagnano e San Marzano di San Giuseppe. Nell’ordinanza il sindaco, con effetto immediato e sino al 30 settembre 2012, ordina alla Pura Depurazione Srl di Bari, Acquedotto Pugliese e Regione Puglia (soggetti responsabili dell’impianto) – in deroga alla normativa vigente- di convogliare le acque provenienti dall’impianto, nella falda acquifera del sottosuolo. Una ordinanza che trova fondamento nel conclamato rischio igienico-sanitario e dallo stato di degrado di località Bagnara, provocato dallo sversamento in mare - delle acque, come ampiamente documentato da Confcommercio con un corposo dossier e da altre organizzazioni.
Al sindaco Macripò va tutta la stima di Confcommercio per la determinazione ed il coraggio mostrato nella gestione di questa vicenda, anche se resta esecrabile che debba essere il sindaco di un comune ad assumersi l’onere di una decisione non facile, anche sul piano giuridico. Ci attendiamo che la Regione Puglia assuma responsabilmente il proprio ruolo e dia soluzioni serie e strutturali ad una problematica che rischia di compromettere irrimediabilmente il patrimonio ‘mare’, così prezioso per l’economia della regione.