martedì 26 novembre 2024


15/05/2009 12:50:09 - Provincia di Taranto - Attualità

 

NOVE ARRESTI DELLA SQUADRA MOBILE MELL’AMBITO DELL’OPERAZIONE “ROSSO FISSO”
 
 
Alle ore 01.00 odierne, gli agenti della Squadra Mobile di Taranto hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Taranto Dr.Martino Rosati, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.Maurizio Carbone, nei confronti di 9 persone, indagate a vario titolo per delitti concernenti l’usura, le estorsioni e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nella circostanza, sono stati arrestati ed associati al carcere:
  1. AMODEO Antonio, nato a Triggiano, classe 1974;
  2. FIORINO Vincenzo, nato a Taranto, classe 1959;
  3. INGROSSO Cosimo, nato a Taranto, classe 1959;
  4. LA NEVE Cataldo, nato a Taranto, classe 1969;
  5. PASTORE Pasquale, nato a Martina Franca, classe 1965;
  6. CASUCCI Michele, nato a Castellaneta, classe 1950;
  7. DI CARLO Gianfranco, nato a Taranto, classe 1976;
  8. SURGO Cosimo Damiano, nato a Lizzano, classe 1963.
Contestualmente è stato sottoposto agli arresti domiciliari:
1. GIANNONE Salvatore, nato a Taranto, classe 1978.
Nel disporre l’applicazione delle misure cautelari, il Gip ha sostenuto la validità dei gravi indizi raccolti all’esito della complessa indagine svolta dagli investigatori della Squadra Mobile di Taranto, diretti dal Dr. Fabio Abis, tra marzo ed ottobre del 2006, al fine di approfondire spunti relativi ad episodi di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti che si verificavano nei pressi di un locale porticciolo turistico.
Immediatamente spiccava la posizione di FIORINO Vincenzo, individuo bene inserito nel mondo del rimessaggio delle imbarcazioni da diporto. Questi, sfruttando il proprio ambito lavorativo, aveva organizzato un cospicuo traffico di cocaina, avvalendosi della collaborazione di INGROSSO Cosimo.
Nel dispiegarsi dell’indagine, anche con l’ausilio di attività tecniche, si potevano tracciare i contorni del gruppo di spacciatori collegati col FIORINO, alcuni dei quali risultavano fornitori, altri acquirenti intermedi o finali della cocaina. Emergevano in tal modo le posizioni di: GIANNONE Salvatore, anch’egli inserito nell’ambito lavorativo del rimessaggio e della riparazione delle imbarcazioni, che affiancava il FIORINO nello spaccio di droga, fornendogli la sostanza stupefacente ovvero alternandosi con lo stesso nell’individuazione delle fonti di approvvigionamento; PASTORE Pasquale, collaboratore del GIANNONE nell’acquisto della cocaina; LA NEVE Cataldo, fornitore del FIORINO e dell’INGROSSO.
In tale frangente si rilevavano significativi collegamenti con trafficanti della provincia di Bari, presso i quali gli spacciatori tarantini si recavano per rifornirsi della cocaina che successivamente cedevano, “al minuto”, ognuno per proprio conto. Tra i fornitori baresi, particolare rilievo veniva attribuito al ruolo di AMODEO Antonio, pregiudicato di Casamassima.
Numerose risultavano le acquisizioni il cui contenuto riguardava i particolari dell’attività delittuosa, tra cui modalità dello spaccio e del pagamento e, finanche, le percentuali di taglio della droga.
Parallelamente alle acquisizioni comprovanti i reati in ambito di stupefacenti, venivano registrate significative emergenze in ordine ad attività usurarie perpetrate da altri soggetti, legati ad alcuni degli spacciatori già sottoposti ad indagine, in particolare al FIORINO. L’approfondimento investigativo anche in detta direzione consentiva di acquisire notevoli elementi di responsabilità a carico di individui, taluni con precedenti specifici, dediti alla pratica dell’usura avverso commercianti della zona in gravissime condizioni finanziarie.
Approfondite verifiche operate nei confronti delle vittime consentiva di individuare coloro i quali, autonomamente gli uni rispetto agli altri, avevano ridotto letteralmente sul lastrico le stesse. In un caso, il più significativo, si rilevava che il commerciante usurato era stato costretto a mettere in vendita una villa ed un’imbarcazione, ma soltanto per alleggerire le pressioni dei vari strozzini ai quali contestualmente doveva del denaro. Lo stesso aveva, per altro, dovuto subire ogni tipo di minaccia e di vessazione, da parte di uno dei suoi strozzini, finalizzata alla cessione delle somme pretese a titolo d’interesse usurario.
In una prima fase, oltre a FIORINO Vincenzo, tra i soggetti ai quali l’imprenditore si era rivolto per ottenere somme con le quali “tenere a bada” gli usurai più inferociti nei suoi confronti, emergeva la figura di DI CARLO Gianfranco.
Contestualmente si rilevava che la stessa vittima pativa l’usura di un altro soggetto, già noto ai poliziotti, CASUCCI Michele, la cui insistenza nel chiedere il rientro delle somme, sebbene non raggiungesse mai le caratteristiche dell’estorsione, induceva l’imprenditore in rovina a cercare ulteriori finanziatori a tassi sempre più esorbitanti.
Nella fase inoltrata delle indagini si delineava, nella complessa vicenda delittuosa, la figura SURGO Cosimo Damiano, personaggio di Lizzano dedito alla concessione di prestiti usurari. Non si esclude l’esistenza di numerose altre vittime.
I tassi di interesse usuraio registrati nel corso delle indagini variavano dal 7 al 20 per cento mensile, sebbene, in situazioni di usura consolidata, le vittime riuscivano a spuntare, finanche, degli “sconti” giungendo a limitare il danno ad interessi pari al 3.5 per cento mensile.    
Nel corso delle indagini emergevano numerose altre posizioni di interesse, sia per quanto attiene al traffico di droga che all’usura. In tal senso verranno effettuati specifici approfondimenti investigativi, anche per mezzo dell’approfondita analisi della copiosissima documentazione utile rinvenuta in alcune abitazioni perquisite contestualmente all’esecuzione del provvedimento.
Nella galleria gli altri arrestati
 
 










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