Un giovanotto di 83 anni con una passione viscerale per le due ruote, un motociclista con un sogno nel cassetto e la sua voglia di correre sulla sua MV Augusta 125 cc del 1962
Esistono degli episodi che devono essere raccontati. Fatti di vita vissuta che entusiasmano grandi e piccini ma che soprattutto richiedono di essere riportati alle nuove generazioni per trasmettere fiducia e determinazione, perché “quando si ha una passione bisogna sempre rincorrerla senza mai demordere”.
La storia che oggi vi raccontiamo è quella del massafrese Cosimo Vaccarelli, un nome popolarissimo nelle cronache sportive locali e nazionali. Un giovanotto di 83 anni con una passione viscerale per le due ruote, un motociclista con un sogno nel cassetto e la sua voglia di correre sulla sua MV Augusta 125 cc del 1962. Alla 26esima rievocazione della Milano-Taranto terminata lo scorso 7 luglio, non poteva certo mancare il mattatore delle gare a due ruote, classe 1929, una figura storica della Milano-Taranto. Cosimo Vaccarelli e il suo sentimento talmente coinvolgente che quando gli chiediamo di raccontarci la sua storia da motociclista da oltre 50 anni, gli si brillano gli occhi. Un temerario che accetta la nostra intervista nonostante il caldo di Minosse che soffoca le espressioni, ma non smorza il suo entusiasmo. Cosimo in sella alla sua Mv Augusta è partito lo scorso 1 luglio per la sei giorni a spasso per l’Italia, seguendo strade minori, attraversando paesini dai nomi fiabeschi e piccoli borghi abbarbicati su speroni rocciosi, in mezzo a valli ombrose punteggiate da alberi secolari che rimandano alla storia di quasi tremila anni fa. La rievocazione storica della Milano-Taranto, mitica competizione per moto sospesa dopo l’edizione del 1956 a causa dei tragici incidenti avvenuti alla Mille Miglia automobilistica, ha un fascino singolare ed è un invito a scoprire l’Italia minore, quella più vera e genuina, fatta di persone concrete che s’impegnano quotidianamente per far marciare il Bel paese. << Il momento più emozionante è sicuramente quello di tagliare il traguardo a Taranto – ci confessa con fierezza Cosimo che aggiunge – ho partecipato per tre edizioni ufficiali alla Milano-Taranto, tappa unica nel 1953/ 54 / 55 ed ho corso per due giri d’Italia nel ’54 e nel ’55 ma l’esperienza più importante che ha segnato probabilmente tutta la storia della Milano –Taranto è quella del 1953 >>. All’epoca il meccanico con la passione per le moto, passò alla storia, tanto da rimanere scritta tra le pagine della FMI ( Federazione Motociclistica Italiana ), perché a 20Km dal traguardo, quando era in testa tra i primi cinque, il motore della sua MV Augusta andò in avaria. Ma Cosimo non si perse d’animo e completò a piedi la corsa, raggiungendo il traguardo dopo aver percorso oltre 1300 km sulle strade dello Stivale. Una scena d’altri tempi, un momento che rimane impresso negli occhi di Cosimo, che oggi all’età di 83 anni ricorda con entusiasmo quei momenti, quando la competizione era una cosa seria, un valore nobile per dimostrare che non bisogna mai arrendersi. Quel giorno Cosimo ha vinto la sua sfida più importante, quella della determinazione. Gli abbiamo chiesto cosa sia cambiato a distanza di 50 anni nel modo di gareggiare e lui ci ha risposto che oggi la rievocazione è più una manifestazione panoramica, è puro divertimento tra vecchi amici. Negli anni cinquanta invece era una competizione a tempo e si partiva in moto a mezzanotte. Insomma tutt’altra storia. Ma il momento più simpatico è quando gli chiediamo cosa pensano i suoi familiari della sua incontenibile passione per le due ruote : “ I miei figli sanno benissimo che il mio punto debole è solo uno : la mia motocicletta >>. La 26esima rievocazione della Milano-Taranto ha inoltre segnato un grande avvenimento, poiché si è celebrato il 75° anniversario della prima edizione della Milano-Taranto, la gran fondo che unisce il nord al sud con il "canto" impareggiabile dei motori e i sapori e profumi della nostra terra. Un emozione inconfondibile che Cosimo Vaccarelli ha voluto regalarci ancora una volta, un fascino talmente forte che è impossibile resisterle: «provata una volta non la si lascia più».
D’altronde come disse George Hegel : “Niente di grande è stato fatto al mondo senza il contributo della passione”.
Maurizio Maraglino