martedì 24 settembre 2024


18/07/2012 10:58:21 - Provincia di Taranto - Attualità

IL TAR di Lecce conferma le ragioni del Consorzio ASI di Taranto

 
Con la stessa sentenza n. 1187/2012 con la quale, tra l’altro, si conferma l’efficacia della delibera con cui la Giunta Regionale prescrive che l’ILVA utilizzi nei propri impianti prioritariamente le acque affinate degli impianti reflui di Taranto Gennarini/Bellavista, il TAR di Lecce ha respinto il ricorso della stessa ILVA relativamente all’accordo tra Regione Puglia, Provincia di Taranto, Consorzio ASI e ARPA Puglia teso ad assicurare alle imprese consorziate lo scarico delle acque reflue nelle infrastrutture consortili.
In sostanza l’accordo del maggio 2011 prevedeva l’ipotesi di individuare due gestori dell’intera rete di smaltimento.
Al Consorzio ASI sarebbe spettata la gestione della rete interamente esterna allo Stabilimento ILVA ed interessate le imprese insediate ed insediande in aree ASI, con punto di scarico finale individuato nel punto di confluenza del cosiddetto “Primo Canale”;
all’ILVA la rete interna allo stabilimento       comprendente i canali di scarico a mare (di proprietà del Consorzio ASI.
L’ILVA aveva eccepito l’impossibilità di suddividere l’attuale rete in virtù della esistente servitù concessa nel 1982 e sulla conseguenza di dover depurare gli scarichi di soggetti terzi, poiché le acque convogliate confluiscono nei due chiarificatori finali, realizzati da ILVA su aree demaniali in concessione.
Dando ragione alle motivazioni addotte dall’ASI, in effetti, il TAR ha rigettato il ricorso dell’ILVA riconoscendo che la revoca implicita della concessione esclusiva all’ILVA stessa della gestione dei canali di scarico sia giustificata da preminenti ragioni di interesse pubblico, contrastanti con il mantenimento dell’assetto attuale, pur riconoscendo all’ILVA il diritto soggettivo di essere sollevata dalle maggiori spese cui dovesse essere tenuta per il trattamento di scarichi altrui.
E’ stato quindi confermato il ruolo del Consorzio ASI di Taranto quale dominus delle aree industriali, consortili ed organismo super partes nel caso specifico deputato a garantire uguali diritti alle imprese insediate nelle aree di sua pertinenza.










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