Anche il fioraio Giovanni Buccoliero si avvale della facoltà di non rispondere
Il fioraio Giovanni Buccolieri si avvale della facoltà di non rispondere, in quanto indagato (per falsa testimonianza al pubblico ministero) in un procedimento connesso e così resta il dubbio relativo al sogno-visione del rapimento di Sarah Scazzi, la ragazzina di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010. Era molto attesa la sua deposizione nella ventunesima udienza del processo in corte d’assise a carico di 9 imputati ma Buccolieri preferisce trincerarsi dietro al silenzio, lasciando agli atti i suoi verbali di interrogatorio, in cui prima sostiene di aver visto Cosima Serrano rincorrere Sarah per strada, fermarla e costringerla a salire sul sedile posteriore dell’auto a bordo della quale c’era un’altra persona (la figlia Sabrina?) e poi derubrica il tutto a sogno, forse per paura di finire nel tritacarne mediatico-giudiziario (ma se davvero ha visto quella scena il 26 agosto, aveva il dovere di riferirlo agli inquirenti quando fu denunciata la scomparsa di Sarah) o per non spiegare cosa ci facesse lui, attorno alle 14, dalle parti di via Deledda.
Accetta, invece, di rispondere alle domande sua suocera, Cosima Prudenzano, pur essendo imputata per favoreggiamento. La signora, che vive tra Parma ed Avetrana facendo la spola tra le due sue figlie, durante la deposizione spesso perde la pazienza, piange, spiega alla corte che ad Avetrana tutti la guardano male, che non ne può dei pettegolezzi riguardanti una presunta, e sempre smentita, relazione tra il genero Giovanni e la commessa Vanessa, presente anche lei a fine ottobre del 2010, quando il fioraio la mise a conoscenza del sogno.
«Lo stava raccontando a Vanessa. Era mattina. Mia figlia aveva portato i bambini a scuola. Lui disse che vide Sarah - ha detto la signora Prudenzano - sul sedile posteriore della macchina di Cosima, dietro c'era qualcuno ma non vide chi, vide solo sagoma. Lui disse che era un sogno anche se disse pure che era come se l'avesse realmente vissuta, quella scena. Io lo tranquillizzai. Vanessa era come una figlia per noi, è una ragazza in gamba, quando se n'è andata ci sono rimasti male tutti. I bambini di mia figlia le volevano bene. Purtroppo di pettegolezzi ad Avetrana se ne dicono molti, sembriamo noi i mostri. Ma che vogliono da noi? Non abbiamo niente da nascondere. Piange anche Sabrina. Ci troviamo nei casini per un sogno».