«A Taranto mortalità più alta»
«Dichiaro chiuso l’incidente probatorio». Pronunciando questa frase, lo scorso 30 marzo, il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco mise fine all’anticipazione del processo chiesta dalla Procura per fare definitivamente chiarezza sulla natura, sulle dimensioni e sugli effetti delle emissioni dell’Ilva. Dal 30 marzo sono passati quasi quattro mesi, tempo che la Procura ha utilizzato per studiare le 800 pagine scritte dai periti e valutare quali ulteriori tappe far compiere all’indagine.
Tre le domande poste dal giudice Patrizia Todisco ai suoi consulenti: quali sono le patologie interessate dagli inquinanti, considerati singolarmente e nella loro interazione, presenti nell’ambiente a seguito delle emissioni dagli impianti industriali dell’Ilva? Quanti sono i decessi e i ricoveri per tali patologie per anno, per quanto riguarda il fenomeno acuto, attribuibili alle emissioni dell’Ilva? Qual è l’impatto in termini di decessi e di ricoveri ospedalieri per quanto riguarda le patologie croniche, che sono attribuibili alle emissioni dell’Ilva?
«Il nostro parere è che sulla situazione sanitaria e sul nesso tra ambiente e salute a Taranto si è appena cominciato e sarà indispensabile continuare ad approfondire molti dei temi, soprattutto per i problemi legati alla salute riproduttive e alla salute nell’infanzia» hanno risposto i tre periti medico-epidemiologici incaricati di verificare se esiste un legame tra le emissioni dello stabilimento siderurgico dell’Ilva e lo stato di salute della popolazione tarantina.