martedì 26 novembre 2024


24/07/2012 21:00:36 - Provincia di Taranto - Attualità

Un intervento di Occupy ArcheoTower Taranto

 
Ancora una volta nella città di Taranto ci troviamo ad essere spettatori di un fenomeno criminoso ormai all’ordine del giorno, quello dell’uso di pistole.
La sera del 22 luglio 2012 via Venezia è stata scenario di una sparatoria, la seconda nell'arco di poco più di 10 giorni.
Questi episodi sono figli di una città in cui, a maggior ragione in un periodo di crisi economica, la povertà diffusa, la mancanza di cultura, lavoro e di prospettive portano a far vigere la legge del più forte e della prevaricazione.
Vincere le incrostazioni di rapporti sociali da troppo tempo minati dalla superficialità e dall’assenza di risposte da parte delle amministrazioni, dall’individualismo, dal menefreghismo e dall’impossibilità di pensare al bene comune della società nella sua interezza, è un qualcosa di faticoso, che richiede anche molto tempo, ma al quale le istituzioni in primis non possono più sottrarsi, per evitare un salto nel buio che Taranto ha conosciuto nel suo passato.
Ancora oggi i giovani di questa città si trovano di fronte all’impossibilità di immaginare alternative concrete alla precarietà, al degrado ambientale, culturale e sociale che vive Taranto, e a discutere sulla necessità di avere spazi di socialità e di aggregazione che siano motori di una crescita collettiva e parziali risposte alla crisi di valori che vive il nostro territorio. Le stesse risposte che una fetta importante della città chiedeva in piazza il 9 maggio 2009 a margine di un’altra sparatoria, quella che vedeva colpito un ragazzo di 18 anni all’interno dell’ex scuola Martellotta durante un concerto.
Da ormai quattro mesi l’esperienza di Occupy ArcheoTower, seppur in una situazione di parziale precarietà, dovuta al precedente stato di abbandono della struttura e del parco archeologico nella sua interezza, cerca di essere parte di un processo più ampio di emancipazione e di interesse al bene comune, un presidio democratico e partecipato che parte dal recupero di aree urbane degradate e che sia paradigma di una nuova idea di città che rifiuta la cultura deviata della violenza attraverso le armi.
La risposta positiva di buona parte della cittadinanza a quelle che sono state le varie iniziative, cineforum, incontri e dibattiti con personaggi del mondo della cultura, laboratori di musica e di fotografia, ci spinge ad andare avanti e a cercare di fare sempre meglio ma a chiedere allo stesso tempo una presa di posizione forte da parte delle istituzioni sulla necessità di riconoscere le pratiche e le progettualità di tutti quelli che in questa città cercano di costruire, giorno dopo giorno, un’altra Taranto possibile.
Tutto questo stona con chi in queste ore, pregiudizialmente e in maniera subdola, non nuovi ad operazioni penose di questo tipo, ha pubblicato in prima pagina la foto dell’ArcheoTower con una frase ad effetto sulla sparatoria in via Venezia, quasi a voler creare un collegamento con quanto accaduto.
 
Occupy ArcheoTower Taranto










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