Dura la reazione dei sindacati e del Governo che esprimono preoccupazione per il futuro di tante famiglie
Ora è davvero ufficiale: sei stabilimenti Ilva sono sequestrati.
Esecutiva l’ordinanza del GIP, depositata ieri in Tribunale, in cui si chiedeva alle forze di polizia di chiudere gli stabilimenti e di bloccare la produzione poichè gli impianti ritenuti non ecocompatibili.
Insieme alla chiusura degli stabilimenti, arriva la notizia dei domiciliari al patron dell’Ilva, Riva e del figlio Nicola disposti dalla Magistratura che si sommano ad altri tre procedimenti di stessa portata.
Otto gli indagati in tutto. Annunciata la reazione e la serrata ad oltranza dei lavoratori, da oggi senza lavoro, fiaccati dalla crisi due volte, che già da ieri si erano resi protagonisti di una protesta a pieni polmoni sulla statale che collega Taranto Ilva a Massafra, dove sono collocate le principali vie di accesso agli stabilimenti, tanto da costringere gli automobilisti in transito a percorsi di fortuna per raggiungere le destinazioni.
Da oggi si fa più dura la reazione degli ex dipendenti dello stabilimento: Taranto off limits. Bloccati gli ingressi e le uscite per la città e fuori dalla città, tanto da paralizzare il traffico in tutti i modi dal momento che la zona del siderurgico costituisce il perimetro delle fondamentali vie di comunicazione da Bari ed oltre.
Dura la reazione dei sindacati e del Governo che esprimono preoccupazione per il futuro di tante famiglie in mezzo alla strada e iniziativa per contrastare l'ordinaz adi sequestro. I sigilli posti agli stabilimenti chiudono un'era ed aprono enormi e spaventosi interrogativi che appesantiscono il bilancio di un'Italia sulla crisi di nervi, in cui diventa sempre più un lusso poter decidere liberamente del proprio destino.
Mimmo Palummieri