martedì 24 settembre 2024


26/07/2012 21:12:51 - Provincia di Taranto - Attualità

Vico: “La storia industriale di Taranto non finirà con oggi”

 
In queste ore drammatiche di guerra fratricida vorrei solo che la mia terra tornasse lucida e consapevole. Perché l’atto dovuto mosso dalla Magistratura tarantina definisce ambiti di responsabilità gravi ma lascia ancora scoperta la ferita sociale che ne deriva. E su questo nessun cinico o indifferente commento circa le sorti dei lavoratori dell’ILVA è possibile. Così com’è volgare la colpevolizzazione di quegli operai rispetto la condizione epidemiologica tarantina. Una campagna di “soluzioni facili” imbarazzante mossa da finti ingenui.
E’ la prima dichiarazione a caldo dell’on. Ludovico Vico: il parlamentare tarantino del PD che in queste ore segue da Roma l’evolversi delle vicende tarantine dopo la notizia del provvedimento di sequestro, senza facoltà d’uso, degli impianti dell’area a caldo dell’ILVA firmato dal Gip Todisco.
Nel Tavolo per Taranto aperto nella capitale – continua Vico – abbiamo definito con il Governo interventi immediati per il riesame dei provvedimenti di sequestro, al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento e garanzie occupazionali per i lavoratori che ne rimarrebbero coinvolti. Certezze che vanno acquisite in tempi celeri anche se è evidente che la storia industriale della città non finirà con oggi: troppo importante per il territorio e troppo strategica per l’intero sistema paese.
Importanza e strategicità confermata anche dal recente protocollo d’intesa dell’accordo di programma che prevede 336milioni di euro per le bonifiche e ha assunto l’impegno di ulteriori interventi.
Il nostro capogruppo, l’on. Franceschini, ha chiesto al Governo di venire a riferire in aula sulla drammatica condizione di Taranto, divisa a metà tra il suo diritto alla salute e al lavoro – dice ancora Vico –saranno ore frenetiche in cui però la città dovrà rimanere con i nervi saldi. Primi tra tutti i lavoratori che rischiano di finire vittime due volte in questa vicenda: prima dalla campagna d’odio e pregiudizio e poi da una strumentale disinformazione.










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