L’intervento del manduriano Gregorio Gaballo, segretario aziendale provinciale della Cisl
«In riferimento al servizio recapito di Poste Italiane in provincia di Taranto, possono certamente ricorrere nel corso dell’anno difficoltà legate a malattie, infortuni o anche ad improvvisi picchi di traffico ma nel periodo delle ferie estive, quando si riduce il personale in servizio, la situazione diventa insostenibile.
I ritardi si moltiplicano in maniera esponenziale e la clientela è costretta a pagare multe ai gestori di servizi, a vedersi le utenze telefoniche o elettriche staccate con consequenziale pagamento di more e spese di riallaccio, bollettini di finanziarie o polizze assicurative non pagate in tempo, ecc.
In sostanza, un servizio che dovrebbe essere garantito da un numero di portalettere, che i responsabili di Poste Italiane del settore del territorio della provincia ionica dicono essere sovradimensionato, non riesce a rendere un servizio qualitativamente accettabile. Gli stessi responsabili aziendali non intendono ricorrere all’assunzione di operatori a tempo determinato per tamponare i momenti di criticità.
Alla fine le indicazioni impartite agli operatori sono improntate al “salvate il salvabile” e solo la disponibilità e l’abnegazione dei portalettere e dei loro capisquadra consente il recapito dei plichi più importanti: raccomandate, telegrammi e descritte ma in questo stato dell’arte è inevitabile il deteminarsi dei ritardi nel recapito di tante altre corrispondenze: documenti, bollette e lettere comunque con la loro relativa importanza.
Queste problematiche attanagliano tutto il nostro territorio in dimensioni e forme differenti che non cambiano la sostanza. Ad esempio nel centro di distribuzione di Lizzano dei quattro portalettere titolari del recapito ne è presente in servizio solo uno, con le conseguenti difficoltà a rendere un servizio almeno decoroso.
Il portalettere in questa azienda dovrebbe esserne l’icona ed incarnare l’idea stessa di Poste Italiane e, inoltre, la sua conoscenza del territorio, il contatto quotidiano con il cliente, la capacità di ispirare sicurezza e fiducia proprie di questa figura dovrebbe rappresentare un valore aggiunto e costituire l’elemento di differenza su un mercato postale liberalizzato.
Purtroppo, con i livelli discutibili di qualità sopra rappresentati ciò diventa il boomerang di una clientela che si riversa negli Uffici Postali ad esternare, a volte anche animosamente, le proprie lamentele e lanciare strali ed anatemi verso Poste Italiane.
In contrattazione abbiamo rappresentato ai responsabili del recapito territoriale, insieme ad altre problematiche, queste nostre considerazioni. Essi, di converso, non hanno saputo formulare alcuna idea risolutiva, impegnati solo nel raggiungimento di altri obiettivi come lo “smaltimento” delle ferie dei portalettere che potrebbe assicurare loro il riconoscimento di premi economici extra.
E tutto questo in un quadro generale che vede l’Azienda Poste Italiane impegnata, attraverso un progetto di razionalizzazione unilaterale, a ridurre drasticamente il numero dei portalettere, circa 12 mila in meno in tutto il teritorio nazionale, senza che alcuno sforzo venga profuso in percorsi che garantiscano attraverso l’offerta alla clientela nuovi e differenti servizi di qualità ed il mantenimento di fette importanti del mercato postale con conseguenti, positive ricadute sui livelli occupazionali».
Gregorio Pio Gaballo