Dopo l’incendio della sua autovettura (una Fiat Multipla), avvenuto la notte tra sabato e domenica scorsi, l’altro ieri mattina è stata recapitata, attraverso il portalettere, una lettera contenente gravi minacce
Nuovo episodio di intimidazione all’indirizzo dell’ambientalista Mimmo Carrieri. Dopo l’incendio della sua autovettura (una Fiat Multipla), avvenuto la notte tra sabato e domenica scorsi, l’altro ieri mattina è stata recapitata, attraverso il portalettere, una lettera contenente gravi minacce.
«Carriè, ti è piaciuto il falò?» è scritto, a stampatello, nella lettera. «Questo è niente. Preparati un posto al cimitero».
Sulla busta della lettera, che si conclude con un’offesa indirizzata a Carrieri, l’autore di firma con lo pseudonimo “Martin Pescatore”, indicando come domicilio una inesistente via Mare di Torre Ovo.
«Non solo minacce, ma anche sberleffi!» è l’amaro commento di Mimmo Carrieri. «Il contenuto della lettera minatoria recapitatomi per posta é eloquente. Devo comunque ringraziare pubblicamente il Comandante la Stazione dei Carabinieri di Sava, Luogotenente Edoardo Quaranta, che oltre a condurre le indagini per risalire agli autori e ai mandanti dell’attentato intimidatorio, si é preoccupato personalmente di tranquillizzare la mia famiglia, assicurando la massima attenzione sotto il profilo della sicurezza per l’incolumità fisica. Per quanto mi riguarda, spero che quanto prima questa triste vicenda possa essere chiusa magari con l’identificazione di coloro che hanno compiuto questo ignobile gesto».
Intanto nella cittadina savese Giovanni Caforio ha lanciato una petizione a favore di Carrieri.
«La vicenda dell’autovettura di Mimmo Carrieri, incendiata la notte del 29 luglio, denota l’incapacità da parte delle istituzioni di proteggere chi, senza chiedere alcunché, difende il proprio territorio dalla sopraffazione, dalla speculazione, dal degrado ambientale e dall’omertà di gente vile e vigliacca. Tutto questo è accaduto perchè Mimmo Carrieri non ha paura di denunciare i delinquenti e tutti coloro che hanno fatto della provincia jonica una immensa discarica a cielo aperto e soprattutto una terra di conquista per la malavita» si legge nella petizione, che sarà inviata al Presidente della Repubblica, al Ministero degli Interni, ai vertici nazionali di Polizia e Carabinieri, al Procuratore della Repubblica di Taranto, al Questore e al Comandante provinciale dei Carabinieri. «In questa assurda situazione, le espressioni di solidarietà e di adesione che noi sentiamo di rivolgere, non soltanto costituiscono un conforto ed uno stimolo, ma costituiscono la migliore conferma dell’esistenza di una forte zona della società che respinge con sdegno qualsiasi tipo di atto intimidatorio di stampo mafioso o criminale.
Lo Stato è in dovere di dimostrare la propria attenzione, la propria presenza e il proprio affetto nei confronti di chi si batte per valori e ideali di civiltà e democrazia.
Questa iniziativa nasce da una drammatica maturazione degli eventi illegali, sommersi, inspiegabili, sottaciuti, che insidiano tutti noi e che richiedono impellente soluzione; che potrà raggiungersi unicamente sulla base di un concreto ed ampio risveglio etico sociale, con l’aumento del senso e del desiderio di legalità e di pulizia morale, con il disgusto e la repulsione verso l’illegalità, la falsità, la mafia occulta, penetrante e devastante».