martedì 24 settembre 2024


09/08/2012 09:28:31 - Provincia di Taranto - Attualità

L’intervento di Ascom-Confcommercio

      
Nell’ultimo week end i Tg come al solito hanno preannunciato intasamenti ai caselli autostradali e code di vacanzieri in corsa verso le mete del Sud Italia. Uno scenario da altri tempi, quando gli Italiani ai primissimi posti della lista delle spese irrinunciabili mettevano la vacanza estiva, ma che ora   non corrisponde alla realtà che purtroppo contraddistinguerà l’estate 2012.
Il calo non riguarda solo i mesi di luglio ed agosto: in generale durante l’estate i viaggi per motivi di vacanza saranno il 27% meno del 2008, quando il numero superò quota 44 milioni. Negli ultimi quindici anni -secondo il presidente di Fipe Confcommercio, l’associazione che raggruppa i pubblici esercizi, Lino Stoppani -mai era stata toccato un valore così modesto.
Se ristoranti, bar e locali di intrattenimento sono in stato di allerta, è già stato di allarme per l’industria alberghiera. Secondo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: in questa estate 2012 i clienti sono il 22% (15,3 miliardi in termini di fatturato ) in meno rispetto all'anno passato. I dati diffusi dall’ufficio studi di Federalberghi parlano chiaro: saranno 15,4 di milioni gli italiani che preferiranno starsene a casa ad agosto, un 29,5% in meno rispetto al 2011. Numeri allarmanti che fanno dire al presidente di Federalberghi,   "di non aver mai visto un calo così generalizzato e devastante" e che gli fanno chiedere lo stato di crisi del settore.
«Siamo sicuramente – osserva Francesco PALMISANO, presidente provinciale di Federalberghi- di fronte all’estate più nera degli ultimi 15 anni, con una crisi che va da nord e sud, e che peserà inevitabilmente su tutti i settori non solo sull’alberghiero ma anche su la ristorazione, e sul commercio legato al turismo. Si calcola che in media per la vacanza in Italia verranno spesi 655 euro, rispetto ai 689 del 2011. Certamente su questo calo incidono fattori legati alla crisi economica che ha investito il paese, dalla ridotta capacità di spesa delle famiglie all’ aumento dei costi a partire dal carburante, ma anche fattori legati alle inadeguatezza delle politiche pubbliche portate avanti in Italia ed in particolare nel Mezzogiorno.
In regioni come la Puglia (dove si sta registrando un calo di circa il 20% ) manca una cultura del turismo che ( se si esclude parte del Salento ed il Gargano) veda impegnati gli Enti pubblici, a partire dalle Amministrazioni locali, nel sostenere gli sforzi portati avanti dalle imprese del settore, lasciate spesso in splendido isolamento -come cattedrali nel deserto- in territori, e la provincia di Taranto in questo ‘brilla’ con il suo palmares di Comuni in difetto, addirittura privi dei servizi primari: acqua potabile, fogna, illuminazione pubblica, raccolta rifiuti, igiene e decoro urbano, rete viaria, cura degli spazi pubblici. Amministrazioni non solo inadempienti ma anche distanti e disorganizzate, non in grado cioè di offrire un minimo di interlocuzione all’imprenditore, spesso costretto a girovagare da un ente all’altro o da un ufficio pubblico all’altro, per il rilascio di una banale autorizzazione, se non addirittura per ottenere informazioni attendibili su una procedura come può essere ad esempio quella -ad inizio della stagione balneare- di pulizia delle spiagge, che non solo è a carico del privato, ma può essere causa di sanzioni pecuniarie a più zeri.>>
 Per non parlare poi dell’esercizio abusivo della professione di fronte al quale le Amministrazioni pubbliche sembrano incapaci di organizzare una minima attività di controllo. Migliaia di posti letto sparsi sul territori, un vero e proprio esercizio abusivo dell’accoglienza, naturalmente lontano dagli occhi del fisco. << I danni economici che ne derivano per il settore alberghiero –continua il presidente provinciale di Federalberghi, Palmisano- sono enormi: se dovessimo calcolare tutte le persone che ogni estate soggiornano nelle camere in fitto, nelle villette e negli appartamenti dei residence allocati in zone turistiche, il numero delle presenze sul territorio raddoppierebbe. E’ un sommerso che non solo provoca un mancato guadagno all’alberghiero, ai campeggi e ai B & B in regola, ma che addirittura implica dei costi per la comunità (sicurezza, igiene, raccolta rifiuti, viabilità etc.) privi di un ritorno. E’ inammissibile che gli imprenditori del settore debbano patire una concorrenza sleale di queste proporzioni e debbano contestualmente essere esposti ai mille controlli che ogni anno vengono effettuati da ASL, NAS, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Capitaneria di porto, etc. e debbano farsi carico di oneri e costi avvolte molto elevati per mantenere le strutture in regola con le normative, quando vi è poi chi a fine stagione mette in tasca danaro fresco senza pagare una sola lira di tasse e riducendo al minimo i costi di gestione. E’ ora che la politica e gli amministratori pubblici, se il turismo è qualcosa di più di un bel concetto di cui riempirsi la bocca, mettano in atto politiche serie che dimostrino la reale volontà di creare le condizioni per dare   una svolta seria alla nostra economia.>>
Intanto, stamane, Palmisano –assieme ai colleghi delle altre province pugliesi- ha incontrato l’assessore regionale Silvia Godelli per rappresentare la difficile situazione che sta investendo il settore alberghiero pugliese (- 20% ) e per sollecitare l’approvazione della nuova legge sui B&B che da mesi giace in Commissione regionale, confermando così l’assenza di una volontà politica in grado di mettere in pista politiche idonee a qualificare dell’offerta turistico-ricettiva pugliese. 










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