Alcune centinaia di cittadini sono scesi in piazza a Taranto. La zona attorno al palazzo del Governo è stata transennata e chiusa anche ai pedoni dopo che il questore ha vietato ieri ogni corteo e manifestazioni davanti e nei pressi della Prefettura
L’Ilva si accinge a investire 146 milioni per l’ambiente: 90 milioni sono già stati finanziati e 56 verranno messi in campo. È quanto ha annunciato il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, dopo aver incontrato i ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, Corrado Clini e Corrado Passera.
Per Ferrante la vicenda Ilva è complessa e articolata ma «alla fine buon senso e ragione dovranno prevalere»: lavoro, salute, ambiente e impresa devono essere coniugabili. Il titolare dell'Ambiente, Clini, ha proposto di integrare l'Autorizzazione integrata ambientale inserendo come prescrizioni quelle indicate dalla magistratura.
«Se l'Ilva si dirà disponibile, si potrebbe andare verso questa soluzione. L’Aia - ha spiegato già ieri il ministro - avrà come riferimento l’impiego delle migliori tecnologie indicate dalla Commissione Ue e le prescrizioni del gip di Taranto per la sicurezza degli impianti». La parola d’ordine è sempre la stessa: «Bisogna evitare la chiusura senza ritorno dell’Ilva». E dopo la mossa dell'azienda Vendola ha annunciato che «il Governo ha dismesso l’intenzione di proseguire lungo la strada del conflitto di attribuzione con la magistratura: mi sembra - ha aggiunto il governatore - questa una prova di saggezza».
Oggi la città è stata blindata e i cortei vietati nelle zone rosse per l’arrivo dei due ministri, giunti per fare il punto sulle iniziative in corso per il risanamento di Taranto e per la riqualificazione dello stabilimento siderurgico Ilva. Tutte le strade e l’area intorno alla Prefettura sono delimitate da transenne e sorvegliate da un imponente schieramento di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale. Misure particolari sono state decise dal questore di Taranto Enzo Mangini per evitare che vi siano tensioni in concomitanza con le manifestazioni già annunciate dei vari gruppi ambientalisti come era avvenuto il 2 agosto, quando l’iniziativa promossa dai sindacati fu interrotta da alcune decine di contestatori.
Intanto oggi è andata in scena la protesta degli ambientalisti. A commuovere la folla è stato Mauro, militare tarantino 34enne, che da tre anni vive a Firenze per curare il figlio di tre anni malato di tumore al cervello. E' salito sul palco con una foto del bambino per dire che l’inquinamento industriale non deve più uccidere. Duemila persone raccolte in piazza Immacolata hanno manifestato in favore della magistratura che ha sequestrato i reparti a caldo dell’Ilva. E la foto del bambino malato, magrissimo, ritratto con la testa bendata su un letto di un reparto di terapia intensiva con la mamma che lo coccola, ha fatto piangere anche alcuni operai. «All’epoca del concepimento e della nascita - ha raccontato il padre del bambino - mia moglie lavorava al rione Tamburi (il più vicino all’Ilva, ndr), anche se nessuno potrà mai dire che ci sia un nesso di causalità tra emissioni inquinanti e malattia».
I due ministri hanno incontrato in Prefettura i rappresentanti della Regione Puglia, del Comune e della Provincia di Taranto. A seguire Ferrante, sindacati e Confindustria. Infine i ministri si vedranno con l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro che ha più volte sottolineato la necessità di tenere insieme il lavoro e l’ambiente. Clini ha ribadito che «si possono coniugare il lavoro, le esigenze della produzione e la difesa della salute». Infine ci cono una quindicina di indagati nell’ambito dell’inchiesta sui controlli ambientali. Si tratta dell’altro fronte giudiziario, oltre a quello sull’inquinamento da parte del siderurgico, avviato dalla Procura tarantina e ruoterebbe intorno al ruolo che un ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archinà, mandato via da Ferrante nei giorni scorsi, e membri della stessa famiglia Riva. Questi avrebbero cercato di orientare a proprio favore le ispezioni e le relazioni delle pubbliche amministrazioni.