martedì 26 novembre 2024


18/08/2012 09:44:06 - Provincia di Taranto - Attualità

Il futuro dell’industria sempre legato anche alle inchieste in corso

 
“Sì alla collaborazione con la magistratura, sì alle politiche per la tutela della salute e del lavoro, sì a scelte rapide di conversione dello stabilimento, sì alla produzione ridotta sino al risanamento, sì all'ambiente agli impianti ecocompatibili e, soprattutto, no alla chiusura del siderurgico e no a scelte irrimediabili e senza ritorno per Taranto per l’Italia che compromettano la già precaria stabilità economica del nostro Paese in Europa, no al ricorso alla Corte Costituzione da parte del Governo per precettare le istanze della magistratura in merito al futuro Ilva”.
Questa, in sintesi, la partita doppia della mediazione svolta dagli emissari di Monti, i Ministri Clini e Passera, rispettivamente all'Ambiente ed alla Tutela del Territorio e dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture. Dunque missione compiuta per il team giunto ieri nell’assediatissima Taranto per il vertice in Prefettura allo scopo di risolvere la spinosa questione Ilva, che, nell’ultima settimana, si era impantanata nel botta e risposta tra giudici e vertici politici nazionali e locali. Al vertice, declinato in udienze a stretto giro di posta, tra i rappresentanti Ilva con Ferrante, Confindustria, sindacati, Prefetto, presidenti regionali, provinciali, e rappresentanti del territorio civili e religiosi, se si considera che i ministri hanno voluto ascoltare il nuovo Arcivescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro.
Parole d’ordine, risanamento, collaborazione, potenziamento degli impianti a prova di ambiente e basta alle polemiche che sono la vera zavorra della questione. A breve Ferrante assicura che verranno erogati altri 50 milioni di euro che si aggiungono a quelli già stanziati 90, 140 milioni in tutto per la bonifica del complesso industriale che deve adeguarsi alle nuove convenzioni Aia, cioè alle nuove norme europee in fatto di salute ed ambiente in vigore il 30 settembre, con l’istallazione di filtri per la riduzione del livelli di inquinamento, di termometri per il costante monitoraggio delle immissioni di gas pericolosi nell'aria e di quanto occorre per coniugare lavoro e salute.
I 20.0000 operai possono mettere da parte la paura, essendo scesi in piazza mettendo in stato di assedio la città lungo le arterie principali che collegavano piazza della Vittoria, Immacolata sino alla zona off limits, roccaforte nevralgica del meeeting, al grido “Rispetto per noi”.
Ed è stata infatti la giornata delle iniziative: due ore di blocco del traffico su iniziativa dei sindacati Film, Cisl, Uil, ma non la Fiom che aveva ribadito il suo no allo sciopero, sulle S. S 7 Appia e sulla 106 per due ore, dalle 10 alle 12; testimonianze a gogò nella piazze principali rese da malati di cancro e da genitori che avevano perso i figli piccoli; ancora sì alla Todisco dalla fazione di Cataldo Ranieri per il comitato dei cittadini liberi pensanti; manifestazioni di Legambiente in contrapposizione a tutte le altre; polemiche dell’IDV, che non ha digerito il mancato confronto con i leader politici del luogo a nome di quei cittadini che, ieri hanno chiesto di essere ascoltati tanto da spingersi sino alla zona rossa proibitiva, dove è stato facile per le forze dell'ordine far rientrare l’emergenza, fortunatamente senza incidenti, in barba ai sitting, o alle manifestazioni, all’Ape car, simbolo della giornata, e ad ogni protesta che le istituzioni locali avevano soffocato per non compromettere gli esiti di una incontro determinante per il futuro di tutti.
No agli scioperi nei prossimi giorni degli operai, e sì alle assemblee per monitorare costantemente quanto deciso sul tavolo delle trattative e per riportare la serenità nelle famiglie ed unanime spirito di concertazione tra lo Stato, i vertici Ilva e Governo Nazionale. Su tutto l’ombra delle nuove indagini non ancora confermate dagli organi inquirenti: 13 indagati tra politici e finanziari, una mazzetta, che il dirigente Ilva Girolamo Archinà avrebbe dato al professore ordinario di Ingegneria dell’Università di Bari, di circa diecimila euro per ammorbidire, si fa per dire, la perizia sullo stabilimento in merito ai livelli di inquinamento prodotti dall’area a caldo. Diverse intercettazioni telefoniche e, soprattutto, le riprese delle telecamente che hanno filmato i due sul luogo dell’appuntamento, avvenuto tra presso la stazione di servizio di Acquaviva delle Fonti.
Merce di scambio, una nuova cattedra all'Università di Bari occupata da un esperto di fama internazionale in Ingegneria Siderurgica finanziata interamente dall’Ilva disposto ad insegnare a Taranto e disposto ad essere un po' troppo dalla parte del complesso produttivo. Scoop fotogrfato da Repubblica che ha fatto la differenza . Risultato ? Reati lievitati: corruzione e concussione. Si ribadisce ancora nulla di confermato perchè in fase di accertamento, la cui notizia ha contribuito ad esacerbare gli animi rischiando di compromettere davvero una giornata importante e particolare...
Il prossimo incontro per l’aggiornamento lunedì 20 a Roma per Ferrante.
In fondo, that’s Italy, mazzette comprese.
 
 
Mimmo Palummieri










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