La città delle Ceramiche svela, per la prima volta, presso Casa Vestita la mostra a cura di Simone Mirto e Mimmo Vestita: statuette votive in terracotta, santini ed immagini suggestive fermate nel tempo da Ciro Quaranta
Grottaglie, la città delle Ceramiche svela, per la prima volta, il variegato mondo delle feste patronali in Puglia, diverse in ogni città per ragioni storiche, linguistiche e culturali, mai simili tra di loro: dal Gargano al Barese, dal Salento al Tarantino. Fino al 9 settembre, dalle 18 alle 23, Casa Vestita (via Crispi 63/a) ospiterà la mostra Festa grande a cura di Simone Mirto e Mimmo Vestita.
Celebrazioni religiose e civili uniche, ma accomunate da elementi cardine quali le bande musicali, le luminarie, i fuochi d’artificio ed in generale il clima di allegria, gli odori, i sapori e la confusione che si respirano nei giorni della Festa per eccellenza.
Le immagini fermate nel tempo da Ciro Quaranta, fotografo grottagliese, ci racconteranno i momenti della festa che si svolge con lo stesso entusiasmo in qualsiasi città, paese, quartiere o chiesetta di campagna per chi è stato eletto a sua protezione. Corposa la sezione dedicata alle Bande da giro, oggi musicisti professionisti ma un tempo artigiani, contadini o commercianti istruiti dai maestri di cappella che portano in giro per i paesi dell’Italia e all’estero un pezzo della tradizione di Puglia. Doveroso l’omaggio ai “nomadi del pentagramma” così definiti da Bianca Tragni, prima storica delle Bande da giro in Puglia, autentica colonna sonora di ogni manifestazione religiosa e civile del Meridione d’Italia.
Le feste patronali nel Mezzogiorno d’Italia non sono solo bande musicali, processioni e fuochi d’artificio di primaria importanza sono infatti le luminarie. Strutture lignee illuminate da una miriade di lucine colorate che possono raggiungere nella loro massima espressione anche i trenta metri di altezza. Giustamente definite “architetture effimere” sono le scenografie spettacolari che maggiormente affascinano la gente del posto ma anche i turisti o i pellegrini venuti da lontano. La festa patronale in Puglia è l’evento per eccellenza più atteso: si lavora tutto l’anno per rendere la festa più bella ed emozionante, per raccogliere le ingenti risorse economiche necessarie allo “spreco necessario” che è insieme ringraziamento e rinnovo di protezione per l’anno che viene.
La seconda parte della mostra è dedicata all’antico “merchandising” delle feste patronali: statuette votive in terracotta e santini alcuni dei quali risalenti ai primi anni dell’Ottocento. I santi in terracotta esposti provengono dalla Collezione Vestita e sono stati tutti realizzati dagli artigiani di Grottaglie tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Una raccolta che mette in luce come l’antica tradizione risalente al mondo romano dei Lari e dei Penati, sia sopravvissuta, modificandosi leggermente durante il Cristianesimo fino alla prima metà del secolo scorso.
In occasione della mostra Festa Grande esce il volume dal titolo “Sacralità domestica, santi in terracotta tra Ottocento e Novecento nella Collezione Vestita” a cura degli archeologi Francesco Di Palo e Simone Mirto (Claudio Grenzi Editore).
Il testo offre una schedatura delle statuette votive esposte nella mostra Festa grande, narrando la storia del culto dei singoli santi in Puglia ed approfondendo un aspetto fino ad oggi inedito della ceramica di Grottaglie, quello della piccola statuaria votiva in terracotta.
Le statuette raccolte nel testo abbracciano una fetta significativa della moltitudine di santi venerati in Puglia: tra patroni, compatroni e protettori. Una sorta di paradiso domestico a cui gli uomini e le donne facevano affidamento per proteggersi dalle malattie fisiche e spirituali, dalle calamità naturali e per propiziarsi i futuri raccolti. Le statuette dei santi in terracotta facevano, infatti, parte di un dialogo costante nella vita di ogni giorno tra l’uomo ed il sacro; spesso collocate nelle nicchie in tufo ricavate nelle mura domestiche, adornate da fiori e candele, venivano realizzate a mano e dipinte a freddo dai ceramisti grottagliesi nelle loro case private e vendute poi in occasione delle feste patronali nei paesi di tutta la Puglia.