Gli impianti vanno spenti in via definitiva se si dovesse accertare che sono causa assoluta di fonte di inquinamento, perpetuando i reati contestati
Colpo di scena nel caso Ilva. Il Riesame dice sì al Gip Patrizia Todisco e riconferma il sequestro dello stabilimento a caldo senza facoltà d’uso. Dunque i giudici del Riesame Ruberto, Morelli, Romano considerano la passata gestione Ilva responsabile del reato contestato di disastro ambientale doloso e colposo e superano le divisioni sorte tra il Gip Todisco e il Riesame.
In realtà, però, non appare distintamente chiara la posizione del Riesame sul blocco dell’attività del siderurgico, subordinando tale decisione alla responsabilità dei custodi giudiziari, tra cui Ferrante e Tagarellli, decisione estrema di chiudere gli impianti qualora ci dovesse essere totale incompatibilità tra gli interessi lavorativi e speculativi del complesso siderurgico e la tutela della salute pubblica, si legge ancora nelle motivazioni, “che la possibilità di una futura ripresa a fini produttivi nella funzionalità degli impianti, per quanto emerso, potrebbe essere irrimediabilmente compromessa, ove l’unica scelta operativa lasciata ai custodi fosse individuata nel loro spegnimento”.
In pratica, gli impianti, il cui spegnimento potrebbe comportare circa sette mesi di tempo, vanno spenti in via definitiva se si dovesse accertare, sostengono i giudici, che sono causa assoluta di fonte di inquinamento, perpetuando i reati contestati. Inoltre si legge, “non è compito del Tribunale stabilire se e come occorra intervenire nel ciclo produttivo, con i consequenziali costi di investimento o, semplicemente, se occorra fermare gli impianti”.
Si tratta di una decisione “che dovrà necessariamente essere assunta sulla base delle risoluzioni tecniche dei custodi-amministratori, vagliate dall’autorità giudiziaria”. Per questo lo spegnimento degli impianti rappresenta, allo stato, “solo una delle scelte tecniche possibili”.
Parola d’ordine dunque responsabilità per tutti ed equilibrio per ciascuna delle parti. Ed a questi principi si sono rifatti la serie di incontri tra il Cda dell’Ilva ed i Ministri Passera e Clini a Milano per definire i nuovi contenuti dell'Aia, Autorizzazione Integrata dell’ambiente, che, entro il 30 settembre, dovrà contenere indicazioni chiare sul destino dell’Ilva relativamente all’ecocompatibilità degli impianti e per la cui finalità sono stati stanziati già 336 milioni di euro.
A tal proposito i controlli ed il blitz presso lo stabilimento sono quotidiani per verificare che quanto stabilito dal pool del Riesame e Todisco, possa essere posto in essere come benefit dell’opinione pubblica, come tre giorni fa e ieri in cui i Carabinieri hanno ascoltato operai e dirigenti e controllato documenti, registri e misurato i livelli di inquinamento. Da cosa nasce cosa: serrate senza sosta in termini di confronto con tutte le sigle sindacali, Fiom compresa, ogni giorno, per far sì che le decisioni del Riesame possano essere concretamente applicate, se non si vuole correre il rischio di licenziamenti in termini industriali, di confronti con i vertici politici nazionali allo scopo di non compromettere le decisioni del vertice del 17 agosto e per non indispettire nessuno.
Si ammorbidiscono i toni con cui era stata etichettata Patrizia Todisco su Libero, esponendo il magistrato ad una mattanza mediatica maschilista, tanto da costringere il Csm a difendere l’operato della collega, che alla fine, fa il suo lavoro come chiunque altro. Una telenovela dai colpi di scena che,oltre a misurare la tensione intorno al caso Ilva, ruota adesso sulla interpretazione da dare ai termini del Riesame che lasciano lo spegnimento definitivo dei forni ai custodi, le cui decisioni non sono da poco .
Mimmo Palummieri