L’iniziativa promossa dall’avetranese Nicolò Giangrande
Stiamo attraversando un periodo storico caratterizzato da grandi trasformazioni economiche e tecnologiche a livello globale. Fin qui nessun problema se non fosse che questi cambiamenti non sono accompagnati dalle rispettive innovazioni politiche. L'economia, la finanza, le comunicazioni ed i trasporti hanno ormai assunto da tempo una dimensione globale mentre ciò non è avvenuto per le istituzioni pubbliche e democratiche.
Agli occhi dei più Occupy Wall Street a Washington, i tumulti in piazza Syntagma ad Atene, los indignados alla Puerta del Sol di Madrid, la primavera araba nel Mediterraneo, potrebbero apparire come dei focolai privi di legami. Questi movimenti sociali, in realtà, nonostante la differente collocazione geografica, esprimono con diversa intensità la stessa insoddisfazione verso le odierne forme di rappresentanza politica che, nell'era globale, sono ancorate ad una dimensione nazionale.
L'attuale mondo imperversato da crisi locali unite globalmente da un sottile filo rosso è la prova che le istituzioni statali-nazionali hanno ormai un margine di azione sempre più ridotto, soprattutto se poste dinanzi al rapido sviluppo di processi e di organizzazioni capaci di sorvolare le frontiere.
Siamo abituati a vedere politici nazionali rincorrere, con il fiato corto, gli avvenimenti di scala globale senza mai trovare una soluzione praticabile. E' arrivato il momento in cui alle crisi globali si risponda con delle soluzioni globali che siano, al tempo stesso, coerenti ed effettive. Questo sarà possibile attraverso la creazione di organizzazioni globali capaci di intervenire nei settori attualmente fuori dal controllo degli Stati-Nazioni: ambiente, proliferazione nucleare, finanza, sviluppo sostenibile. Ciò sarà realizzabile attraverso l'istituzione di nuove forme democratiche e mondiali in grado di incidere sui problemi globali laddove i summit fra governi nazionali dimostrano quotidianamente i propri limiti.
Per questo motivo, dal cuore di Buenos Aires e da un'organizzazione indipendente e pluralista come Democracia Global è nata l'idea del “Manifesto per una Democrazia Globale” (http://globaldemocracymanifesto.wordpress.com). Il “Manifesto” è una dichiarazione che lungo il cammino ha raccolto il contributo di numerosi intellettuali ed accademici con origini e convinzioni molto diverse tra di loro ma che sono accumunati dalla certezza che è ormai necessario un ordine globale più giusto e più democratico: Abdullahi Ahmed An-Na'im, Daniele Archibugi, Jacques Attali, Bertrand Badie, Zygmunt Bauman, Ulrich Beck, Mary Burton, Noam Chomsky, Roberto Esposito, Richard Falk, Susan George, David Held, Fernando Iglesias, Daniel Innerarity, Mary Kaldor, Mathias Koenig-Archibugi, Lucio Levi, Raffaele Marchetti, Giacomo Marramao, George Monbiot, Toni Negri, Erna Paris, Heikki Patomaki, Beatriz Sarlo, Saskia Sassen, Fernando Savater, Roberto Saviano, Juan José Sebreli, Richard Sennett, Vandana Shiva, Andy Strauss e Teivo Teivanen.
Nel “Manifesto” si passa dalle analisi alle proposte con la convinzione che, per evitare l'acuirsi delle crisi globali e per trovare soluzioni capaci di rispondere alle sfide poste dalla globalizzazione, si debba avanzare immediatamente verso nuove forme democratiche, più estese e profonde. Si propone l'istituzione di un'Assemblea Parlamentare dell'ONU - approvata con una risoluzione dal Parlamento Panafricano, Latinoamericano, Argentino, Europeo e da quello del MercoSur – come base per il Parlamento Mondiale; si fa riferimento alla doverosa riforma della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Penale Internazionale; si traccia un mondo in cui le istituzioni degli Stati-Nazioni siano inserite in un contesto più ampio e meglio coordinato affiancate in ogni continente da istituzioni regionali democratiche.
E' evidente a tutti che la nostra epoca è caratterizzata da politici che intendono governare globalmente pur essendo eletti solo a livello nazionale e da organismi internazionali che non ci rappresentano in maniera adeguata. Per questo motivo, gli intellettuali firmatari, pur partendo da punti di vista diversi, hanno intrapreso un lavoro congiunto per arrivare alla costruzione di spazi politici sovranazionali, rivendicando la creazione di istituzioni democratiche su scala regionale, continentale ed internazionale capaci di reggere le sfide del XXI secolo e rappresentare gli interessi di sette miliardi di persone.
La nuova iniziativa mondiale, dopo quella di Londra dello scorso giugno, si è tenuta martedì 11 settembre, alle ore 15 a Roma presso la sala conferenze del Senato in via Santa Chiara 4/A.
All'evento, presieduto dalla giornalista Concita de Gregorio (La Repubblica), hanno partecipato Fernando Iglesias, fondatore di Democracia Global e responsabile della Cattedra Spinelli del CUIA, Roberto Esposito (Istituto Orientale di Napoli), Lucio Levi (Università di Torino, Movimento Federalista Europeo), Raffaele Marchetti (LUISS), Giacomo Marramao (Università Roma Tre), Heikki Patomaki (Università di Helsinki). Il lancio del “Manifesto” in Italia si è sviluppato con un evento dal titolo “gli intellettuali invitano i leader mondiali e i cittadini del mondo alla costruzione di una democrazia globale”.
Nei prossimi mesi e per tutto il 2013 sono previste iniziative a Buenos Aires, New York, Bruxelles, Nuova Delhi, Tokyo e in altre città.
Il processo di democratizzazione dell'ordine mondiale potrà essere raggiunto solo se aperto al contributo di tutti gli esseri umani, movimenti sociali, partiti, organizzazioni politiche e culturali che condividano l'idea di partecipare attivamente alla costruzione di una democrazia globale. E' un invito rivolto a tutti coloro che credono che soltanto “globalizzando la democrazia si potrà democratizzare la globalizzazione”.
Nicolò Giangrande
Democracia Global
(Buenos Aires)
Per maggiori informazioni: (+39) 347 0813409
Evento su FB: https://www.facebook.com/events/352649248143780/
Sito di Democracia Global: http://democraciaglobal.org.ar/
Sito del “Manifesto”: http://globaldemocracymanifesto.wordpress.com/