Ferrante: “Ma così impianti più inquinanti”
Dalla prossima settimana l'Ilva di Taranto dovrà rallentare la produzione per consentire l'adeguamento degli impianti posti sotto sequestro il 26 luglio scorso perché inquinanti. E' quanto si evince da una direttiva che la Procura di Taranto ha consegnato ai custodi giudiziari degli impianti sequestrati nel giorno in cui a Bari si è cerato un 'patto per l'acciaio' che metta salvi il colosso siderurgico e i posti di lavoro. La direttiva della procura è stata consegnata ai tre custodi 'tecnici' e non appena è arrivato nelle mani del presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante (anche lui custode giudiziario, di ritorno dal vertice di Bari sul futuro dello stabilimento con il ministro dell'Ambiente Corrado Clini e il commissario europeo Antonio Tajani) è arrivato l'altolà. "Io so, per quanto dicono i tecnici, che se si abbassa il livello produttivo, o meglio il livello di funzionamento degli impianti, si inquina di più. C'è un limite di inquinamento minimo che va tenuto presente".
“Sequestro senza facoltà d'uso” - Nella direttiva si ricorda che il sequestro degli impianti dell’aria a caldo del siderurgico è senza facoltà d’uso, che gli impianti non possono essere utilizzati a fini produttivi, così come già indicato nel decreto di sequestro confermato dal Tribunale del Riesame, pur dovendo salvaguardare gli stessi impianti. Secondo la Procura, non sarebbe possibile adeguare gli impianti dal punto di vista ambientale e contemporaneamente produrre
acciaio in quanto gli stessi impianti inquinano. Il chiarimento non può non preoccupare i sindacati, che temono per le ricadute occupazionali delle nuove disposizioni.
Ferrante: "Trovare punto di equilibrio" - La direttiva della procura impone dalla prossima settimana una drastica e graduale riduzione della produzione per risanare gli impianti sequestrati.
“Il discorso sulla produzione - spiega Ferrante - va fatto in maniera molto chiara e netta, senza sotterfugi e senza falsi atteggiamenti. A mio avviso non si può dire quale debba essere il livello produttivo, ma bisogna trovare il punto di equilibrio che possa soddisfare una serie di esigenze”.
Clini: "gruppi industriali europei contro di noi" - Nel pomeriggio i custodi hanno incontrato in Prefettura il ministro Clini di ritorno dal tavolo istituzionale di Bari, aperto dall’allarme del titolare dell'Ambiente sugli interessi che avrebbero i gruppi industriali europei a veder fallire il tentativo di governo, enti, parti sociali di salvare l’industria siderurgica tarantina.
“Possiamo supporre - ha dichiarato - che abbiano buoni motivi per sperare che la nostra iniziativa non abbia successo. Hanno molti strumenti per influenzare negativamente l’esito del nostro lavoro. Il retrobottega della politica è alleato di questi poteri forti”.
In serata Clini ha annunciato che nel processo per disastro ambientale contro l’Ilva il ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile e ha specificato che c'è già un’autorizzazione della presidenza del Consiglio.