L’intervento dell’ambientista Fabio Millarte
Un esercito di cartone, bianco, inerme. Un esercito silenzioso, in marcia su Roma. Quattrocentosettantaquattro sagome di uomini, donne, bambini.
«Sarà faticoso costruirle, anche fantasioso; lo dobbiamo a chi non c’è più per colpa dell’inquinamento» spiega l’ambientalista Fabio Millarte A lui l’idea, ricordo e memoria. L’esercito bianco di cartone stazionerà a Montecitorio, davanti al Parlamento, il 12 ottobre giorno in cui il ministero della Salute dovrebbe ufficializzare i dati sulla mortalità finiti nel tritacarne polemico dopo le «rivelazioni» degli ambientalisti e le smentite del governo. Non una sfida nel cuore della capitale, nel cuore del Paese; un «promemoria», semmai, intreccio di anni rubati, tragedie individuali, familiari, collettive «anche gli operai saranno rappresentati, anche gli operai» dice Millarte: «Gli operai che non ci sono più e che hanno sacrificato la propria vita in fabbrica, per l’azienda» evidente allusione al tributo di decenni sugli altari del profitto dove bruciavano polveri, veleni, impianti assassini. Il numero delle sagome non è casuale.