Ferrante: «C’è una verità differente e meno preoccupante di come è stata descritta per l’ambiente e la salute di Taranto»
Un gruppo di operai è salito stasera a circa 60 metri di altezza sulle passerelle dei nastri di carica dell'Altoforno 5 dell'Ilva. Gli operai - 5 secondo l’azienda, una quindicina secondo altri - intendono manifestare così preoccupazione per il posto di lavoro e sarebbero intenzionati a passare la notte sulle passerelle.
I lavoratori si sono issati sulla cosiddetta “torretta di smistamento” dell’Afo5, tra il nastro 11 e il nastro 12 dove avviene il caricamento dell’impianto. Per questo altoforno, secondo le disposizioni impartite dai custodi giudiziari il 17 settembre, è previsto lo spegnimento e il completo rifacimento per risanare l'impianto dal punto di vista ambientale. Stessa cosa è prevista per l'Afo1, mentre per l'Altoforno 3 sono previste la dismissione e la bonifica oppure, in alternativa, il suo completo rifacimento
Taranto la tensione è massima in attesa delle decisioni dal Palazzo di giustizia, che potrebbero arrivare domani.
Ieri è arrivato l’affondo del presidente Bruno Ferrante.
«Sto iniziando a leggere perizie che raccontano realtà diverse. La verità non è solo quella scritta nelle pagine delle perizie».
Ferrante ha appena finito di incontrare un folto gruppo di lavoratori che staziona vicino alla direzione dello stabilimento, all’interno della fabbrica. Ha cercato di rassicurarli sul loro futuro occupazionale, ma ha anche fatto intendere che se il gip del tribunale non dovesse accogliere l’istanza per conservare una minima capacità produttiva lo scenario cambierebbe e non poco.
Subito dopo, dinanzi alle telecamere, Ferrante - il cui arrivo in stabilimento era stato accolto con un lungo applauso - ha puntato il dito su quanto emerso nelle perizie chimica e medico-epidemiologica depositate, per conto del gip, nell’incidente probatorio chiuso il 30 marzo scorso, facendo forse riferimento ad altri documenti in possesso dell’azienda.
«Sto cominciando a scorrere queste pagine - ha detto - che mi dicono che c’è una verità differente e meno preoccupante di come è stata descritta per l’ambiente e la salute di Taranto».
Ferrante ha ribadito la validità del piano di investimenti immediati per 400 milioni di euro per risanare gli impianti sequestrati, definendolo «serio, corretto, responsabile», da valutare come «primissima risposta che va nella direzione indicata dall’autorità giudiziaria» perchè «altre risposte più profonde e complesse ci saranno quando verrà rilasciata l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dal governo». Il presidente dell’Ilva ha chiesto «da parte di tutti comprensione per il momento difficile che vive lo stabilimento».
Risposta secca invece, in una nota, all’assessore regionale Lorenzo Nicastro, che ieri aveva accusato l’azienda di produrre documentazione carente al "Tavolo tecnico" o di rinviare gi impegni.
«Gli interventi stabiliti sono stati attuati con tempestività e tutte le risposte fornite anche nei successivi incontri della commissione Aia» replica l’Ilva, corredando la risposta di una serie di cifre. Quanto la tensione sia alta tra i lavoratori è testimoniato da uno striscione con la scritta “Pronti a tutto” che ha campeggiato per ore in cima agli uffici di direzione dello stabilimento.
C’è chi è pronto a sfidare l’inquinamento pur di conservare il posto di lavoro e chi invece, come due operai della stessa Ilva, ha deciso di aderire alla “class action” contro l’azienda siderurgica che verrà depositata nei prossimi giorni alla cancelleria del Tribunale civile di Taranto per chiedere un risarcimento danni da inquinamento. Se la magistratura dovesse far bloccare gli impianti, niente blocchi stradali ma «presidio autoconvocato» dinanzi ad alcune portinerie, fa sapere il comitato ’Cittadini e lavoratori liberi e pensantì, del quale fanno parte anche dipendenti Ilva e che il 2 agosto bloccò il comizio in piazza di Cgil, Cisl e Uil. Un clima che preoccupa anche il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, per il quale è necessaria la «continua mediazione per evitare fratture sociali e prevenire ogni potenziale rischio per l’ordine e sicurezza pubblica».
Domani potrebbero arrivare le altre novità sul fronte giudiziario. Al di là delle fondamentali decisioni del gip, nelle ultime ore si sono aggiunti due ricorsi della Procura: il primo in Cassazione contro la decisione del 28 agosto del tribunale, nell’incidente di esecuzione, di annullare i provvedimenti del gip Todisco del 10 e 11 agosto, tra cui la revoca a custode di Ferrante; il secondo al tribunale perchè sospenda l’immediata esecutività della decisione del 28 agosto, in attesa del pronunciamento della Suprema Corte. Nel frattempo, tra il ’custodè Ferrante e i tre ingegneri-custodi, ci sarebbe stato anche uno scambio di missive sulle modalità di esecuzione dei provvedimenti della magistratura.