martedì 24 settembre 2024


26/09/2012 20:13:49 - Provincia di Taranto - Attualità

«Basta con le proposte al ribasso, sconcertante chiedere di produrre». Il gip ha respinto anche le richieste di rimessione in libertà avanzate dai legali di Emilio e Nicola Riva, e di Luigi Capogrosso

 
Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha detto no al piano formulato dall'Ilva di interventi immediati per il risanamento degli impianti inquinanti. No anche al mantenimento di un minimo di produzione chiesto dall'azienda. La decisione è contenuta nel provvedimento depositato poco fa dal giudice in cancelleria.
 
Il Piano di investimenti immediati redatto dall'Ilva è stato consegnato il 18 settembre scorso dal presidente dell'azienda, Bruno Ferrante, in procura. Il Piano non è piaciuto da subito: non convinse neppure i sindacati, che già il 18 settembre all'uscita dall'incontro con Ferrante che glielo aveva presentato, giudicarono ''inadeguate'' le risposte dell'azienda rispetto alle indicazioni operative già allora formulate dalla Procura. Poi, il Piano non è piaciuto agli ingegneri-custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, che il 20 settembre si espressero per una bocciatura sostanziale in un documento contenente una relazione tecnica e consegnato al procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e ai pm che si occupano dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Il giorno dopo giunse il 'no' della procura sia al Piano sia alla richiesta aziendale di mantenere una capacità produttiva minima per tenere in equilibrio la tutela dell'ambiente e del lavoro. Il piano consegnato dall'azienda prevede un impegno finanziario di 400 milioni di euro, 146 dei quali già impegnati per interventi in corso o programmati. Troppo poco, sembra a tutti coloro che si sono espressi negativamente. Troppo scarsi gli investimenti previsti soprattutto rispetto alla direttiva consegnata poche ore prima, la sera del 17 settembre, dai custodi giudiziari all'azienda, nella quale si indicavano dettagliatamente tutti gli interventi da eseguire per risanare l'area a caldo del Siderurgico. Gli interventi previsti dall'azienda nel Piano avrebbero una durata variabile da un anno, per i più semplici, a quattro anni per quelli più complessi. La vera novità del Piano aziendale riguarda i parchi minerali, per i quali l'Ilva ha affidato uno studio finalizzato ad un progetto di copertura dell'area (70 ettari).
 
''Non c'è spazio per proposte al ribasso da parte dell'Ilva circa gli interventi da svolgere e le somme'' da stanziare. E' scritto nel provvedimento col quale il gip di Taranto Patrizia Todisco ha respinto il pianto presentato dall'azienda di interventi immediati per il risanamento degli impianti.
''I beni in gioco - salute, vita e ambiente, ma anche il diritto ad un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole della salute di un essere umano - non ammettono mercanteggiamenti''. Lo scrive il gip di Taranto Patrizia Todisco.
 
''Sconcertante'' e ''inaccettabile'': così il gip Patrizia Todisco definisce la richiesta dell'Ilva di proseguire l'attività produttiva. L'Ilva ''ha sostanzialmente richiesto - scrive - l'autorizzazione all'attività produttiva non quantitativamente precisata, finalizzata alla sostenibilità e alla realizzazione del risanamento'', ipotizzando una ''inesigibilità economica'', problema che, secondo il giudice, spetta alla stessa azienda risolvere perche' rientra tra i suoi impegni.
 
Il gip ha respinto anche le richieste di rimessione in libertà avanzate dai legali di Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e di Luigi Capogrosso, direttore fino allo scorso mese di giugno dello stabilimento siderurgico tarantino. I tre sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso.










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