martedì 26 novembre 2024


11/10/2012 09:53:32 - Provincia di Taranto - Attualità

Ma la sede è sempre la stessa: la Regione Lazio

 
E anche il modus operandi è uguale: usare i soldi del Gruppo consiliare per effettuare spese private. È questo l'ultimo capitolo dell'inchiesta sulla gestione dei fondi regionali che ha fatto finire in carcere il 2 ottobre scorso l'ex capogruppo Franco Fiorito. E da ieri a dover fare i conti con la giustizia è un altro capogruppo, sempre del Lazio: Vincenzo Maruccio, dell'Idv.
La procura di Roma ha infatti iscritto sul registro degli indagati il politico di 33 anni con l'accusa di peculato, stesso reato contestato all'ex sindaco di Anagni. Anche in questo caso, secondo la Guardia di Finanza del Nucleo polizia valutaria, sono stati compiuti bonifici «sospetti» su conti correnti riconducibili a Maruccio per un totale di 500 mila euro. Non solo.
Nel mirino degli investigatori anche prelievi per 200 mila euro. Si tratta dunque del secondo capogruppo che finisce nei guai per la gestione dei soldi pubblici e che per la magistratura non sarebbero stati utilizzati per fini politici, ma privati. Circostanza che l'indagato ha subito respinto, sostenendo che si è trattato esclusivamente di spese per il partito. Sono venti i bonifici senza giustificazione per un totale di 581 mila euro e cinque i conti correnti personali nei quali sarebbero stati versati tra aprile 2011 a maggio 2012.
E poi c'è il denaro, 200 mila euro, che sarebbero stati prelevati dal conto corrente del partito presso il Credito Artigiano. Per il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pubblico ministero Stefano Pesci, i prelievi non hanno una causale o hanno una giustificazione generica sotto la voce «anticipo spese». Il sostituto procuratore che sta portando avanti le indagini non è lo stesso del caso Fiorito, cioè il pm Alberto Pioletti, poiché si tratta di una seconda inchiesta indipendente da quella che ha fatto finire a Regina Coeli l'ex sindaco di Anagni.
 Anche in questo caso, però, il via alle indagini è stato dato da una segnalazione pervenuta in procura due settimana fa inviata dall'Uif della Banca d'Italia, che ha ricevuto a sua volta una segnalazione da parte dell'istituto di credito dal quale sono partite le operazioni bancarie. E la magistratura, una volta ricevuta la documentazione, ha informato la Finanza che ieri, dopo una serie di controlli incrociati, ha eseguito una serie di perquisizioni su disposizione della procura di Roma. Dal palazzo di Giustizia romano è stato precisato che i pm non si sono mossi per il caso Maruccio «a titolo preventivo, ma solo perché c'era una notizia di reato».
I finanzieri si sono infatti presentati nell'abitazione di Maruccio, in via Duodo, a due passi dal Vaticano, e nel suo ufficio alla Pisana, dove sono rimasti per otto ore. Anche se gli inquirenti hanno spiegato che la vicenda Fiorito e quella Maruccio viaggiano su binari differenti e che quindi non sono nate dallo stesso troncone, al centro delle indagini c'è sempre la gestione dei fondi da parte dei Gruppi alla Regione Lazio. Ognuna delle due inchieste, quindi, a questo punto potrebbe allargarsi a macchia d'olio, anche alla luce di quanto aveva affermato Franco Fiorito durante l'interrogatorio di garanzia in carcere: «Il sistema della spartizione riguarda tutti», precisando che il lievitare degli emolumenti in base al cumulo delle cariche - ritenuto illegittimo dagli inquirenti- «era prassi anche negli altri gruppi».










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