martedì 26 novembre 2024


12/10/2012 14:32:21 - Provincia di Taranto - Attualità

Giangrande: «Il calo dei consumi favorisce la escalation delle chiusure»

 
Dopo avere ripetutamente dichiarato che il primo obiettivo della spending review e della legge di stabilità sarebbe stato quello di evitare, a partire dal prossimo mese di luglio, l’aumento di due punti percentuali delle aliquote IVA, il Governo ha deciso di procedere alla riduzione di un punto dei programmati aumenti IVA e, contestualmente, di ridurre di un punto l’aliquota IRPEF sui primi due scaglioni di reddito. 
Per il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli “si tratta di un duplice errore di metodo e di merito: di metodo, perché gli obiettivi fondamentali dell’azione di politica economica del Governo, peraltro ribaditi anche in occasione dell’incontro con le parti sociali, non possono essere repentinamente rimessi in discussione; di merito, perché l’aumento dell’aliquota IVA del 10 per cento all’11 per cento e dell’aliquota Iva del 21 per cento al 22 per cento, in un contesto ancora pienamente recessivo e segnato dall’estrema debolezza della domanda interna, genererà effetti pesantissimi a carico dei consumi e degli investimenti, delle imprese e dell’occupazione. Effetti che non saranno neppure compensati dalle riduzioni IRPEF, posto che gli aumenti IVA incideranno maggiormente proprio sugli scaglioni di reddito più bassi, a partire dai soggetti fiscalmente incapienti”.
Sulla stessa linea il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, secondo il quale “l’inasprimento dell’aliquota IVA ridotta - dal 10 per cento all’11 per cento - penalizzerà molti prodotti alimentari, la competitività della nostra offerta turistica e l’intera area delle ristrutturazioni edilizie; ciò comporterà un ulteriore calo dei consumi (già ridotto nell’alimentare dal 19,5 al 15,1%), tenuto conto che la graduatoria nazionale vede Taranto già quart’ultima nella lista delle 103 province, in compagnia di Agrigento, Enna e Caserta. Una preoccupante caduta dei consumi - le previsioni sono del -3,3% a fine anno - alla quale è strettamente legata la impressionante escalation di chiusure delle attività commerciali: basta osservare le numerose saracinesche chiuse nelle principali vie commerciali delle aree urbane, a partire dal capoluogo jonico, dove centinaia di  negozi (in via Principe Amedeo, via Anfiteatro, viale Liguria, via Cesare Battisti), a cavallo tra il 2011 ed il 2012 hanno già chiuso, ed altri sono in procinto di cessare l’attività”.










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