Ecco la denuncia, presentata dal legale G. Lecce
Sempre in tema di danni alla salute derivanti dall’inquinamento ambientale nella zona di Taranto, è stata depositata la prima querela nei confronti della raffineria Agip S.p.A da parte di un dipendente che ha prestato la propria attività lavorativa, in detto stabilimento, per un ventennio e a cui è stata diagnosticato un adenocarcinoma della prostata, con aspetti di permeazione neoplastica perineurale e iperplasia fibroleiomiomatosa e adenomatosa della prostrata con cospicua flogosi cronica linfomonocitaria parenchimale, parzialmente riacutizzata. Patologia questa che potrebbe essere riconducibile all’inquinamento prodotto dallo stabilimento con la propria attività.
Ecco il testo della denuncia.
Ill.mo Sig.
Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Taranto
Io sottoscritto, GRIECO Vincenzo, nato a Montalbano Jonico e residente in Ginosa, espongo quanto segue:
A partire dal mese di settembre 1983 sino al 1°.08.2003 ho prestato la mia attività lavorativa alle dipendenze della raffineria Agip S.p.A. di Taranto, con mansioni di operatore polivalente presso gli impianti petroliferi e come tecnico di laboratorio della suddetta azienda.
In data 16.08.2012, presso il Servizio di anatomia e istologia patologica e di citodiagnostica dell’Azienda Sanitaria A.S.M. di Matera, mi venivano diagnosticate le seguenti patologie: “adenocarcinoma moderatamente differenziato della prostata, con aspetti di permeazione neoplastica perineurale” e “iperplasia fibroleiomiomatosa e adenomatosa della prostrata con cospicua flogosi cronica linfomonocitaria parenchimale, parzialmente riacutizzata”.
Ora, è notorio che la raffineria Agip S.p.A. con la propria attività contribuisce in modo massiccio alla crescita allarmante del tasso di inquinamento che si registra nella nostra città e di conseguenza alla diffusione esponenziale di tumori e di altre gravi patologie; pertanto, si può ritenere che le patologie diagnosticatemi siano conseguenza del ventennio di attività lavorativa svolta in un ambiente malsano e fortemente inquinato.
Nel caso di specie, l’attività posta in essere dallo stabilimento in questione oltre a configurare il reato di lesioni personali colpose di cui all’art. 590 c.p., integra senz’altro gli estremi del reato di getto pericoloso di cose di cui all’art. 674 c.p.
Il reato previsto dall’art. 674 c.p. (emissione di gas, vapori di idrocarburi e fumi atti a molestare le persone) è configurabile allorquando tali emissioni siano conseguenza di un’attività non conforme alla normativa e arrechino concretamente disturbo alle persone superando la normale tollerabilità con conseguente pericolo per la salute pubblica, la cui tutela costituisce la ratio dell’incriminazione.
Alla base della disposizione in esame vi è l’esigenza di operare un soddisfacente bilanciamento tra gli opposti interessi in gioco, consentendo l’esercizio di attività socialmente utili, purché ciò avvenga nel rigoroso rispetto dei limiti fissati dalla legge, superati i quali riacquista prevalenza l’esigenza di tutela dell’incolumità pubblica; pertanto, quando l’attività industriale produce delle emissioni che eccedono i limiti di tollerabilità è l’esigenza di tutela dell’incolumità pubblica a prevalere anche se la predetta attività è esercitata con un’autorizzazione amministrativa.
Sul punto si è espressa in più occasioni la Corte di Cassazione, la quale ha chiarito che la condotta incriminata è posta in essere da chi omette di apprestare impianti, installazioni o dispositivi tali da contenere, entro i più ristretti limiti che il progresso della tecnica consenta, le emissioni di fumi o gas o polveri o esalazioni che, oltre a costituire comunque pericolo per la salute pubblica, incidono in modo rilevante sull’inquinamento atmosferico.
Alla luce di quanto sopra esposto, io sottoscritto, Grieco Vincenzo, sporgo esposto-querela nei confronti dei legali rappresentanti dell’Agip S.p.A. Raffineria di Taranto per i reati di lesioni personali colpose di cui all’art. 590 c.p., di getto pericoloso di cose di cui all’art. 674 c.p. e per quanti altri reati la S.V. Ill.ma. dovesse riscontrare nei fatti esposti e accertandi.
Chiedo, inoltre, che venga disposto il sequestro conservativo ex art. 316 e ss. dei beni mobili ed immobili facenti capo ai legali rappresentanti dell’Agip S.p.A., attesa la pacifica ricorrenza nel caso di specie del periculum in mora e del fumus bonis iuris.