Intanto l’associazione “Grande Salento” ha effettuato un altro prelievo di acque nella zona dello scarico a mare dei reflui per farle analizzare
L’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Fabiano Amati, incontra anche la comunità savese. Invitato dall’Amministrazione Comunale, parteciperà alla seduta del massimo consesso elettivo prevista per domani (venerdì), alle ore 16,30.
Chiaramente all’ordine del giorno la lunghissima e tortuosa vicenda del depuratore consortile, che ha finito per dividere le comunità del versante orientale della provincia: da una parte Sava, che chiede a gran voce tempi certi per la realizzazione della struttura, non avendo mai potuto utilizzare la rete fognaria esistente a causa dell’assenza, appunto, del collegamento ad un depuratore; dall’altra tutti gli altri centri della zona, che più volte si sono espressi contro l’ipotesi di scarico a mare, preferendo, invece, soluzioni differenti e alternative.
Dopo essersi più volte confrontato (attraverso la stampa o attraverso i social network) con le comunità manduriana e avetravese, Amati incontra per la prima volta i savesi in Consiglio Comunale.
Dall’assessore regionale il consesso elettivo vorrà ascoltare degli impegni sulla conclusione dell’iter burocratico e, dopo l’aggiudicazione della gara, anche sull’ultimazione dei lavori e sulla messa in funzione dell’impianto. Una data che sicuramente passerà alla storia della città di Sava, che avrà atteso più di due millenni per avere a disposizione una rete fognaria funzionante.
Amati, a dir la verità, aveva già annunciato dagli schermi di Rai Tre alcuni dei prossimi step dell’iter: i lavori per la costruzione del depuratore inizieranno nei primi mesi del 2014; l’impianto dovrebbe entrare in funzione nel 2015, arricchito del modulo per l’affinamento delle acque.
Intanto, come si vede dalla foto, gli ambientalisti di Avetrana (nello specifico Rino Giangrande, presidente dell’associazione “Grande Salento”), si è fatto promotore di un altro prelievo di acqua nello specchio di mare che sarà interessato dallo scarico dei reflui attraverso la condotta sottomarina.
«In un giorno con vento di scirocco e mare forza 5, abbiamo effettuato un altro prelievo per verificare lo stato di salute del nostro mare» ha dichiarato Giangrande, «per poi dare risposte supportate da dati scientifici a chi di dovere».