Risponderanno alle domande dell’accusa il 20 novembre
Se per Michele Misseri l’attesa l’altro ieri era andata delusa, quella per ascoltare la versione dei fatti di Sabrina e di sua madre Cosima è solo rinviata di un paio di settimane. L’agricoltore si era avvalso della facoltà di non rispondere, anche se poi dovrà parlare quando sarà sentito come teste della difesa.
La figlia e la moglie, invece, accusate dell’omicidio di Sarah Scazzi, risponderanno alle domande di accusa e difesa, secondo quanto assicurato dai loro legali, ma nell’udienza del 20 novembre, dopo che è stata accolta oggi dalla Corte di Assise la richiesta dei difensori di rinviare l’esame.
Nel frattempo la Corte ha acquisito quattro quaderni, definiti “memoriali” dalla difesa di Sabrina, nei quali “zio Michele” racconta la vicenda di Sarah discolpando i famigliari, nonchè i verbali degli interrogatori dell’agricoltore, così come chiesto dalla Procura. Il 6 novembre deporranno in aula i testimoni della difesa.
La battaglia giudiziaria in aula ha subito negli ultimi due giorni una improvvisa impennata, protagonista l’avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina. L’altro ieri il legale aveva cercato di scardinare il processo chiedendo alla Corte di dichiarare inutilizzabile il verbale dell’incidente probatorio del 19 novembre 2010, nelle parti in cui Michele Misseri accusa la figlia del delitto (richiesta rigettata), e sollevando in subordine una questione di legittimità costituzionale (giudicata dalla Corte “manifestamente infondata”). Ieri Coppi ha chiesto il rinvio dell’esame di Sabrina (si è associato per Cosima il suo difensore, l’avvocato Franco De Jaco) motivandolo con la circostanza che l’imputata non aveva avuto modo di esaminare tutti gli atti processuali, e la Corte ha ritenuto legittima la richiesta.
La difesa di Sabrina ha anche rilevato difficoltà che la detenuta avrebbe nel ricevere il nulla osta per esaminare atti processuali o per portare in aula lettere ricevute dal padre, ma nella tarda mattinata, con una nota fatta pervenire alla Corte di Assise, su richiesta di quest’ultima che l’ha letta in aula, la direzione del carcere di Taranto ha precisato che la situazione sarebbe ben diversa. Negli uffici della casa circondariale giacerebbero alcune lettere solo perchè non ritirate dai legali, più un fascicolo dibattimentale in attesa di autorizzazione dalla Procura ad esaminarlo, mentre non sarebbe stato mai chiesto dalle detenute il nulla osta per far uscire dal carcere le lettere pervenute da Michele Misseri.