martedì 26 novembre 2024


05/11/2012 10:14:05 - Provincia di Taranto - Attualità

Riuscirà una ventata di patriottismo annuale a far carburare le menti di mezz’Europa fiaccata dai conti perennemente in rosso?

 
Nonostante l’ipertensione da spread per manovre non solo del premier, e i vari vocaboli a metà strada tra un buroracretese di neologismi non a portata di tutti e una lessicografia da bulimia di crisi economica, questo nostro Paese ha celebrato il Tricolore in occasione del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
E’ dunque il coraggio di tanti patrioti di ieri, nelle guerre mondiali del secolo scorso, nelle missioni di pace in territori a rischio ai tempi nostri a fare la differenza, se l’Italia intera rende omaggio dal 1919, data della sua istituzione in ricordo della fine della prima guerra mondiale avvenuta il 4 novembre 1918, a vinti e vincitori ricordando il sacrificio di milioni uomini morti nel compimenti del loro dovere.
Ed è cosi che tra i Corpi Militari che hanno dato segno di grande civiltà, ammettendo anche le donne tra i ranghi delle divise, è un pullulare di iniziative di cui l’omaggio del nostro Presidente Napolitano presso la tomba del Milite Ignoto nell’Altare della Patria, ogni anno, diviene simbolo e sintesi allo stesso modo da Bolzano alla punta estrema della Sicilia.
La tradizione resiste ancora, benedetta da un caldo sole di questa estate senza tramonto, e riluttante ai tepori delle coperte, quanto pronta a riconoscere il bisogno di celebrare l’onore ed il coraggio di quanti hanno fatto questo paese, ammaccato da interessi di parte ed alleanze riuscite male che, spesso, hanno trasformato il sano impegno politico, ed il sacrificio di militari impegnati sui fronti caldi dell’emergenza umanitaria, nella quadriglia festosa di cicisbei e cortigiani di lusso.
Insomma, riuscirà una ventata di patriottismo annuale a far carburare le menti di mezz’Europa fiaccata dai conti perennemente in rosso? Potrà mai il ricordo dell’alloro resuscitare quella parte di orgoglio incastratosi senza via di uscita nelle urla dei talk show un po' da ballo delle debuttanti, un po' da usato spacciato per nuovo?
Le storie di uomini che all’alba rendono omaggio al nostro Paese salutando il nuovo giorno tra l’indifferenza di una nazione che tributa loro solo funerali solenni, potranno mai costituire un valido esempio di riflessione, surclassata da una notizia gossip resa al pubblico a caratteri cubitali e di prima importanza? Ed infine, il dibattito politico, che in queste occasioni si infiamma e gongola di belle parole amplificate come da festa della domenica, potrà una volta per tutte riconoscere alle nuove generazioni la certezza di un futuro, la sicurezza di un avvenire, e soprattutto la voglia di recuperare una qualche sana lezione di partecipazione politica da queste celebrazioni, che se non altro hanno il merito di portare la storia fuori dalle pagine dei libri?
Le domande sono tante, almeno quanto le risposte, ma la voglia di risorgere è ancora più forte...
Grazie ai soldati!
 
Mimmo Palummieri










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