martedì 26 novembre 2024


07/11/2012 07:36:47 - Provincia di Taranto - Attualità

Il vescovo di Taranto: ci sono ancora speranze. Incontrerò gli operai

 
L’Ilva intende procedere alla messa in cassa integrazione ordinaria di 2.000 dipendenti dell’area a freddo dello stabilimento a partire dal 19 novembre prossimo. L’azienda lo ha comunicato ai sindacati Fim, Fiom e Uilm in un incontro che si è tenuto in direzione Ilva, a Taranto.
La cassa integrazione, secondo la richiesta aziendale, dovrebbe durare 13 settimane. I reparti interessati sono: tubificio longitudinale 1-2 rivestimenti, area Iaf impianti a freddo, treno lamiere, treno nastri 1, officine e area servizi.
 
Una doccia fredda per i sindacati che convocati si aspettavano un annuncio ma non di questo tenore: “L’azienda ci ha convocati e secondo indiscrezioni, pensiamo possa annunciare la fermata del treno lamiere con ripercussioni per i tubifici 1 e 2. Questo potrebbe comportare il ricorso alle ferie forzate per alcuni reparti”, aveva detto il segretario generale della Fim Cisl di Taranto, Mimmo Panarelli, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il segretario della Fiom Cgil, Donato Stefanelli, e il segretario della Uilm, Antonio Talò poco prima dell'incontro previsto.
 
In seguito all’incidente mortale sul lavoro del 30 ottobre scorso nel reparto Movimento ferroviario e al conseguente sciopero a oltranza indetto dai lavoratori, erano già stati messi in ferie forzate 450 lavoratori del Treno nastri 1 e del Treno nastri 2. “Ieri pomeriggio – ha aggiunto Panarelli – è ripartito anche se con attività ridotta il Treno Nastri 2. Il blocco del reparto Mof può essere sopportato al massimo per una settimana, poi sono inevitabili le ripercussioni per il ciclo produttivo”.










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