L’azienda: “Senza dissequestro degli impianti nessun intervento è possibile”.
I sindacati pronti alla proclamazione dello sciopero
Il ministro per l’Ambiente, Corrado Clini, ha convocato i vertici dell’Ilva per venerdì, a Roma.
«Si tratta di verificare insieme con loro - spiega il ministro - il percorso che intendono seguire per rispettare quello che abbiamo prescritto con l’Autorizzazione integrata ambientale».
Poi lancia a destra e a sinistra, all’Ilva e alla magistratura tarantina, un messaggio molto chiaro: «Se l’Ilva si illude di poter continuare a produrre senza aggiornare le tecnologie si sbaglia - dice Clini - se altri si illudono di poter vietare all’Ilva di investire nelle tecnologie innovative si sbagliano pure».
E nello stesso tempo si dichiara «molto ottimista»: «I 2.000 esuberi annunciati dall’Ilva potrebbero anche essere assorbiti attraverso la riqualificazione degli impianti».
E’ il giorno dopo la scadenza dei termini della presentazione al Ministero dell’Ambiente del programma attuativo, da parte dell’Ilva, delle prescrizioni stabilite nell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. Al ministero, l’azienda ha inviato due paginette nelle quali annuncia di voler presentare nei prossimi giorni alla Procura di Taranto una istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo, e che fino a quando ciò non avverrà non sarà in grado di pianificare alcun intervento di risanamento.
A Taranto, intanto, le organizzazioni sindacali stanno valutando le iniziative da prendere. Non si esclude che in giornata venga proclamato uno sciopero generale.