Intanto incombe la cassa integrazione per 2.000 operai
Ieri, un lungo corteo organizzato dal Mof, il reparto in cui lavorava l’operaio 29enne di Oria, Claudio Marsella, morto lo scorso 30 ottobre, ha sfilato nelle vie principali della città organizzato dalla sigla sindacale USB.
L’iniziativa intende ribadire la necessità di dialogare con il colosso del siderurgico di casa nostra in materia di sicurezza sul lavoro e sul destino di migliaia di lavoratori il cui futuro è in mano alle contrattazioni tra il Presidente Ferrante ed i Ministri Clini e Passera.
La paura degli operai è quella che, dopo l’incidente che è costato la vita a questo ragazzo, tutto cambi perchè nulla cambi, restando ancorati a quel botta e risposta che si sta concludendo in un nulla di fatto, dal momento che è ancora impossibile decifrare le sorti dello stabilimento.
L’ennesima querelle riguarda l’Aia, l’Autorizzazione Ambientale Integrata, pure riconosciuta e sottoscritta da tutte le parti, tra Taranto e Roma, su cui si concentra la disputa dei custodi giudiziari ed il Governo in materia di salvaguardia dell’ambiente e della salute che dovrebbe portare alla chiusura degli altiforni a maggiore dispersione di polveri cancerogene, letali per i cittadini e per la loro salute.
In particolare, la continua revisione dell’Aia è la sola a poter stabilire con una certa precisione la chiusura di questi reparti causa della cassa integrazione per 2000 operai a partire dal prossimo 19 novembre, anticamera di una condizione irreversibile di dantesca memoria.
Su tutto l’impegno dei colleghi solidali che, dal 30 ottobre, ad oltranza, promettono a Claudio giustizia ed ai cittadini di Taranto salute e benessere.
Sarà possibile conciliare il tutto con un miracolo da periodo natalizio?
Mimmo Palummieri