martedì 24 settembre 2024


14/11/2012 11:07:57 - Provincia di Taranto - Attualità

«A Taranto? Nessuna emergenza»

 
 “Abbiamo 11.600 lavoratori diretti. Il quadro è destinato a mutare in modo drammatico perchè chiudendo gli Altoforni avremo una ricaduta che non riguarderà soltanto lo stabilimento di Taranto ma anche altri stabilimenti del gruppo Riva e della stessa Ilva” che lavorano sul prodotto a caldo. Lo dice il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante in audizione in commissione Lavoro al Senato.
“Dando seguito alle decisioni dei custodi, sicuramente avremo ripercussioni sul piano dell’occupazione quando da dicembre l’Altoforno 1, dove lavorano circa 1000 persone, cesserà di funzionare”. A dirlo il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante in audizione in commissione Lavoro a Palazzo Madama.
“Per noi – aggiunge Ferrante – c'è un problema nel momento in cui gli altoforni chiudono” perchè “diminuisce la capacità produttiva dell’azienda”. Senza contare “il problema giuridico” legato al fatto che quegli impianti sono nella disponibilità dei custodi, i quali potrebbero chiederci indicazioni sull'occupazione.
“Il crollo del sistema Ilva e la rinuncia a Taranto avrebbe effetti eccezionali su tutto il Paese”. Così il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante in audizione in commissione Lavoro al Senato. Lo stabilimento di “Taranto è strategico ed essenziale. Se lo chiudessimo la ricaduta sugli altri stabilimenti del gruppo sarebbe gravissima”; anche su “Genova, Novi Ligure, Racconigi”.
ABBIAMO FATTO RICHIESTA PER CASSA INTEGRAZIONE
“Abbiamo fatto richiesta, sì”. Così il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, entrando in commissione Lavoro a Palazzo Madama dove sarà ascoltato, conferma la richiesta di cassa integrazione per 2.000 dipendenti dal 19 novembre.
“Abbiamo fatto richiesta per la cassa integrazione per massimo 1940 dipendenti – prosegue poi Ferrante in commissione Lavoro al Senato – persone che lavorano nei tubifici, veri e propri fiori all’occhiello; purtroppo però la congiuntura dei mercati e la mancanza di ordini per i tubifici” ci hanno spinto a prendere questa decisione. “Anche se – aggiunge – speriamo prossimamente di averne due”.
Il presidente dell’Ilva, pur ricordando la morte dell’operaio ai trasporti di qualche giorno fa, si sofferma sul “grande impegno e l’impiego di notevoli risorse” da parte dell’azienda per “la sicurezza sul lavoro”, che ha portato “ad una diminuzione drastica degli incidenti sul lavoro”.










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