L’intervento dell’operatore culturale grottagliese dopo l’omicidio del giovane pugile 19enne
«Dopo la morte di un ragazzo diciannovenne sparato in piazza, nella più importante e frequentata piazza del mio paese, di sabato sera con, si dice, una decina di colpi di pistola (sette o nove che siano) crolla in me, quasi del tutto, quella speranza che mi spingeva a lottare per Grottaglie.
Perchè alla fine ti convinci davvero di essere solo come cittadino, come ragazzo, come bambino, come adulto, come nonno, come uomo, come donna. Di non avere più nulla su cui credere, giustizia su cui contare, legge su cui capire, politica con la quale “gestire”. Non esiste più nulla: non esiste sindaco, non esiste maggioranza, non esiste organizzazione, non esiste competenza, non esiste interesse, non esiste controllo, non esiste polizia, non esiste ordine, non esiste politica e, di conseguenza, con l’inesistenza di uno stantuffo funzionale civico ed amministrativo grottagliese, non esiste più generica tranquillità.
Hanno reso questa città terra fertile per qualsiasi tipo di abuso, dove tutto è concesso. Non c’è più davvero da stupirsi se oggi come oggi succedano questioni come quella che il 17 ottobre la città di Grottaglie ha vissuto. Siamo subissati da ambulanti che occupano al limite dell’indecenza suolo pubblico senza permessi e senza legittimità; pizzerie che spuntano come germogli da un angolo all’altro a pochi metri di distanza; bar che senza nessun rispetto di regole continuano le loro attività fino ad orari incessanti mettendo a repentaglio la tranquillità umana e legale di diverse famiglie senza controllo, senza limiti; il centro storico sporco e pieno di spazzatura, adibito a discarica e a latrina; extracomunitari incontrollati, non regolarizzati e lasciati ad operare al limite dell’inciviltà; la discarica che ha fatto i comodi suoi; la piscina chiusa; palazzetti sportivi non agibili; paninari che non fanno scontrini; dottori che non rilasciano fatture; mendicanti fermi ai semafori a rischio di qualsiasi malattia senza nessun intervento umanitario; strade dissestate; “chianche” che se ne saltano; cacate di cani ovunque; l’ospedale sempre in bilico: o in stato di chiusura o in quello di sopravvivenza; scuole con migliaia di studenti senza una sede; randagismo; microcriminalità (ora proprio criminalità) ad ogni orario e in ogni luogo; barriere architettoniche; parchi e piazze sporche e dissestate; furgoni portavalori assaltati; il tiro al piattello e il centro di smistamento per l’agricoltura costruiti con soldi pubblici ed ora abbandonati; stazione ferroviaria in degrado; aeroporto civile mai ottenuto; monumenti ed archeologie dimenticate; quartieri totalmente abbandonati; l’arena sulla 167/bis in frantumi; campetti danneggiati; ambienti insalubri; carenza e inefficienza di pubblico personale; lottizzazione selvaggia; buoni pasto e abbonamenti autobus alle stelle; allagamenti disastrosi non appena pioggia lambisce terra; fognature inefficienti; rapine nei negozi; scazzottate ecc ecc ecc..¦ ed in fine, la ciliegina sulla torta: sparatorie in piazza Principe di Piemonte (la seconda in meno di vent’anni).
Allora, cosa si deve fare? In cosa si deve sperare?... un cittadino che ama la propria città, deve ad un certo punto dire le cose come stanno! Al giorno d’oggi il diritto alla vita è sempre ostacolato, data anche la situazione nazionale, ma a questo punto la minima sicurezza che un cittadino dovrebbe avere nel suo paese e funzionale solo se in maniera occasionale? Prima si deve verificare un fatto grave e dopo si pensa a risolverlo, perchè segnalarlo è del tutto insufficiente, com’è insufficiente la tempestività di chi, ad ogni livello, se ne dovrebbe occupare.
Siamo un paese pronto a sollevare una macchina in divieto di sosta, ma meno pronto a tutelare la salute e la salvaguardia dei cittadini.
Cosa si può dire in fine?... Oltre che scusarsi con i cittadini di questo sfogo!... Ormai, forse, a Grottaglie è tutto concesso! Tutto si può fare! E se c’è qualcuno con anche minime “intenzioni illegali”, gli si può solo dire, con rammarico e resa, “Benvenuti a Grottaglie!...”».
Valerio Manisi
presidente Compagnia del Teatro Jonico Salentino