martedì 24 settembre 2024
Presto saranno 2.000 gli operai in cassa integrazione
Ormai è realtà: è partita ieri, con quelli a seguire a.jpg)
scaglioni, il primo gruppo in cassa integrazione dell’Ilva Si tratta di 500 persone, subito seguite nei prossimi giorni da altri 3 gruppi sempre dello stesso numero di operai per un totale di 2000 persone.
scaglioni, il primo gruppo in cassa integrazione dell’Ilva Si tratta di 500 persone, subito seguite nei prossimi giorni da altri 3 gruppi sempre dello stesso numero di operai per un totale di 2000 persone.Per il momento, questo provvedimento, adottato dai vertici del siderurgico riguarda il reparto Produzione lamiere 2, a cui si aggiungeranno da mercoledì 21 novembre quelli del Tubificio 2, ufficialmente per la crisi del settore dell’acciaio.
Sembrerebbe dunque un provvedimento estraneo alla bufera che dall’estate scorsa ha coinvolto il colosso di Taranto, la cui questione, ormai politica in tutto e per tutto, si dibatte nell’up & down tra Roma e la città dei due mari.
I contrasti nascono fondamentalmente sull’Aia, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che deve contenere tutte le garanzie affinché la salute pubblica venga tutelata in tutto e per tutto. In realtà, l’interpretazione della stessa, resta impantanata alla decisione di chiudere i reparti a caldo a maggiore rischio inquinamento per la trasformazione degli impianti in ecocompatibili. Ragione per la quale l’impegno del presidente Ferrante rifugge dalla chiusura definitiva, ma parziale degli impianti a rischio, magari a produzione ridotta.
Ferrante propone, in sostanza, di regimentare la chiusura degli impianti per un periodo strettamente necessario alla messa a norma delle macchine a maggiore dispersione delle polveri, evitando il blocco della produzione e scaglionando la regolarizzazione degli impianti. Ma la questione conseguente alla cassa integrazione riguarda la reperibilità degli ammortizzatori sociali necessari alla sopravvivenza di tante persone, su cui si concentra lo scontro più forte dei sindacati di categoria che hanno già annunciato scioperi ad oltranza.
Per il momento, l’unica certezza è che il Natale per tante famiglie sarà davvero incerto e triste!!!!
Mimmo Palummieri
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