Premiato anche l’istituto alberghiero Perrone di Castellaneta
Soddisfazione alla Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto per l’assegnazione del Premio Nazionale Bandiera Verde all’istituto alberghiero “Mauro Perrone” di Castellaneta e all’azienda Marina Piccola di Avetrana.
La manifestazione di consegna dei premi si è svolta nei giorni scorsi a Roma nella sala Protomoteca del Campidoglio, alla presenza del Presidente e Direttore Nazionale della Cia Giuseppe Politi e Rossana Zambelli e numerosi ospiti fra i quali don Luigi Ciotti dell’associazione Libera Contro le Mafie, del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, del giornalista Mauro Rosati e della scrittrice Simonetta Agnello Hornby.
Il premio “Bandiera Verde Agricoltura” istituito dalla CIA, giunto alla decima edizione, è un riconoscimento che annualmente viene conferito ad aziende agricole, scuole, enti pubblici, giornalisti, personalità della cultura, che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell’agricoltura, dell’ambiente e del paesaggio, e nella valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio.
Il marchio “Bandiera Verde Agricoltura” è costituito da uno stemma rettangolare di colore verde con al centro un logo di forma circolare raffigurante tre colline stilizzate sovrapposte, quella in alto di colore verde chiaro, la centrale di colore verde scuro, e quella in basso di colore marrone; sovrastante il logo circolare è presente la dicitura “Bandiera Verde”, sottostante il logo la dicitura “Agricoltura”. Chi ottiene il premio se ne può fregiare per cinque anni, al termine dei quali si procederà ad un’attenta verifica per poter continuare ad esporre il marchio di “Bandiera Verde”. A ciò è preposto un apposito comitato, composto da esperti del settore, esponenti del mondo accademico e scientifico, che ha il compito di controllare ogni situazione ed intervenire in presenza di inadempienze o di uso indebito del marchio.
Fra le aziende agricole premiate in tutta Italia ha ricevuto il riconoscimento anche l’azienda agricola Marina Piccola di Avetrana con la seguente motivazione: grande esempio di diversificazione produttiva, in cui alla produzione di olio è affiancata la produzione agroenergetica associata agli scarti della potatura di olivi, da cui si ricava cippato e pellet per il riscaldamento domestico; due macchinari presenti in azienda caricano le potature, le macinano, letrinciano e le trasformano, ottenendo fonti di energia termica, poi distribuite sopratutto nelle catene dei casalinghi.
Alla manifestazione per il ritiro del premio era presente una delegazione di alunni dell’istituto “Mauro Perrone” di Castellaneta guidata dalla prof.ssa Ada Semeraro; la motivazione alla base del conferimento del premio è stata quella che l’istituto ha attivato delle sezioni speciali che prevedono, ad esempio, far acquisire agli studenti i caratteri identitari della cultura culinaria del teritorio o i “piatti trasparenti” per conoscere la strumentazione di base per apprendere i principali metodi di determinazione dei componenti alimentari e delle bevande, ed il cui fine è quello di imparare ad applicare i criteri per la valutazione della genuinità e qualità dei prodotti. Tra i molti progetti, il rapporto costante con alcune scuole per l'insegnamento e la sperimentazione della cucina tradizionale locale e delle produzioni stagionali.
Nel corso della premiazione, dopo aver letto la motivazione che ha portato all’assegnazione del premio, la prof.ssa Semeraro e uno degli alunni componente della delegazione partecipante, nel ringraziare, hanno evidenziato la necessità di promuovere i prodotti agricoli e il turismo anche perché la provincia di Taranto vive una condizione di disagio dovuta a quanto sta accadendo a causa dell’Ilva. Dopo tali affermazioni in sala è partito un applauso scrosciante a sostegno delle parole pronunciate dalla delegazione dell’istituto “Mauro Perrone”.
Alla cerimonia erano presenti, fra gli altri, don Luigi Ciotti al quale è stato donato dalla Cia e dalla New Holland un trattore per lavorare i terreni confiscati alla criminalità, nell’ottica di una partner-ship che va avanti dal 2001 sancita poi con un protocollo d’intesa sottoscritto sin dal 2008 tra Cia e Libera Terra; l’obiettivo comune è quello di ripartire dall’agricoltura per proporre un modello di sviluppo alternativo alla logica del sopruso e del ricatto; dimostrare che ciò che la mafia ha sottratto alla collettività, con la violenza e l’intimidazione, può essere restituito alla società civile e può creare, attraverso il lavoro sui terreni agricoli “liberati”, nuove opportunità di sviluppo e di occupazione e un sistema produttivo basato sulla qualità. Insomma, dalle mani della criminalità a quelle della legalità. In questo modo le terre confiscate tornano a produrre frutti e sapori per la collettività – osserva la Cia – con un doppio risultato: da un lato contribuire a combattere la malavita organizzata e dall’altro offrire nuove occasioni di lavoro, soprattutto ai giovani, in aree come il Mezzogiorno dove la disoccupazione tocca punte altissime.