Ecco i nomi dei destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare
Militari del Comando Provinciale della Guardia Finanza di Taranto hanno eseguito nella mattinata odierna, a Taranto, Milano, Roma, Pisa, Bari e Varese, sette ordinanze di arresto nei confronti di vertici ed amministratori dello stabilimento “Ilva s.p.a.” di Taranto e di persone dipendenti da pubbliche amministrazioni.
La predetta attività di polizia giudiziaria è riconducibile all’operazione “Envinronment Sold Out”, protrattasi dal gennaio del 2010 al corrente mese di novembre, nel corso della quale è stata ipotizzata, a carico dei vertici del predetto stabilimento siderurgico, nonchè di un professore universitario ed ex consulente della Procura della Repubblica jonica, la costituzione di un’associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione dei reati di: disastro ambientale aggravato; omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro; avvelenamento di acque e sostanze alimentari; concussione e corruzione in atti giudiziari.
Le condotte illecite poste in essere dalle predette persone avrebbero causato l’emissione nell’aria e negli ambienti vicini allo stabilimento di sostanze nocive quali benzo(a)pirene, diossine, metalli ed altri polveri nocive, cagionando gravissimo pericolo per la salute pubblica e dei lavoratori dello stabilimento medesimo, contaminazione di terreni ed acque ove insistono numerose aziende agricole locali, con la conseguente necessità di procedere all’abbattimento di numerosi capi di bestiame destinati al consumo umano.
Per quanto sopra, l’amministratore delegato, l’ex direttore e l’ex responsabile delle relazioni esterne dell’Ilva s.p.a sono stati tratti in arresto e condotti presso la casa circondariale di Taranto, mentre il presidente della holding che controlla la predetta società ed il citato professore universitario sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
Inoltre nei confronti della medesima società è in corso di esecuzione il sequestro preventivo di prodotti finiti e/o semilavorati destinati alla vendita ovvero al trasferimento in altri stabilimenti del gruppo industriale, con contestuale notifica di “informazione di garanzia” nei confronti degli attuali direttore dello stabilimento e presidente del consiglio di amministrazione.
Nel corso della medesima attività di polizia giudiziaria, le indagini tecniche hanno consentito di scoprire altresì un’associazione a delinquere, cui faceva parte un ex assessore provinciale, il quale, avvalendosi dell’operato di un suo stretto collaboratore nonchè del rappresentante legale di una società di progettazione e ingegneria, poneva in essere più delitti di concussione per aver di fatto monopolizzato l’attenzione di diversi titolari di imprese interessate ad ottenere autorizzazioni di pertinenza del proprio assessorato, orientandoli ad avvalersi della consulenza tecnica professionale da lui indicata.
L’ex assessore provinciale ed il predetto rappresentate legale sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
I nomi. Cinque le misure di detenzione disposte dal gip Patrizia Todisco e due nell'ordinanza del gip Vilma Gilli. Tra gli arrestati per disposizione del gip Todisco figura il patron Emilio Riva, 86 anni, che è già agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso. Per lui, l’arresto è ai domiciliari e non potrebbe essere altrimenti anche a causa della sua età.
La detenzione in carcere è stata disposta dallo stesso gip per il vicepresidente di Riva Group Fabio Riva, l’ex direttore dell’Ilva di Taranto Luigi Capogrosso e l’ex dirigente Ilva Girolamo Archinà.
Ai domiciliari l’ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti.
Per la parte Ilva, il gip Todisco ha respinto al richiesta formulata dalla Procura di ulteriore arresto per l’ex presidente di Ilva Nicola Riva, anch’egli già ai domiciliari dal 26 luglio scorso.
Dal gip Vilma Gilli ai domiciliari è stato posto oggi l’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto Michele Conserva, dimessosi circa due mesi fa dall’incarico quando si seppe che poteva figurare tra gli indagati della inchiesta sull’Ilva collaterale a quella per disastro ambientale.
Ai domiciliari per disposizione del gip Gilli anche l’ing. Carmelo Delli Santi, rappresentante della Promed Engineering. Conserva e Delli Santi sono entrambi accusati di concussione.
Il dirigente “licenziato”. Tra gli arrestati c’è l’ex dirigente dell’Ilva per i rapporti istituzionali Girolamo Archinà, che è stato trasferito in carcere. Archinà era stato “licenziato” tre mesi fa dall’azienda dopo che, dall’inchiesta per disastro ambientale, era emerso un episodio di presunta corruzione che coinvolgeva l’ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti, al quale Archinà avrebbe consegnato una busta contenente la somma di 10mila euro in cambio di una perizia addomesticata sull’inquinamento dell’Ilva. Anche Liberti è destinatario di un provvedimento di arresto.
Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, è indagato nell’ambito delle inchieste tarantine per “inosservanza delle precedenti disposizioni dell’autorità giudiziaria”. Indagato per lo steso reato l’attuale direttore dello stabilimento tarantino, Adolfo Buffo. Entrambi hanno ricevuto informazioni di garanzia dalla Procura.
Dalle nuove indagini sull’Ilva emergono «numerosi e costanti contatti di Girolamo Archinà, direttamente, e di Fabio Riva, indirettamente, con vari esponenti politici tra cui il governatore della Puglia Nichi Vendola». È quanto scrive il gip di Taranto nell’ordinanza di custodia cautelare per i vertici dell’Ilva.