martedì 26 novembre 2024


27/11/2012 08:27:46 - Provincia di Taranto - Attualità

L’intervento del comitato “Amici di Beppe Grillo” di Taranto

 
«L’insediamento prevederà al termine dei lavori, un molo di sopraflutto di cemento spesso 7 metri, alto 6 metri e mezzo sul livello del mare e lungo oltre mezzo chilometro.
Fino a qualche mese fa, le notizie di quest'opera si succedevano e la popolazione veniva informata sia sulle osservazioni al progetto, sia sull'iter procedurale in quanto l'opera è soggetta a Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) di competenza della Regione Puglia.
Proprio dalle osservazioni presentate nell'ultima Conferenza di Servizi (Maggio 2012) si sono apprese informazioni preoccupanti qualora fosse approvato il progetto. Gli Amici di Beppe Grillo di Taranto avevano già affrontato l'argomento in una serata informativa il 12 Giugno 2012, esponendo le osservazioni che di seguito brevemente riportiamo.
Gli esponenti di Legambiente temono il verificarsi di gravi fenomeni di erosione costiera e della conseguente regressione dell’adiacente e frequentata spiaggia di Montedarena, fenomeni innescati inevitabilmente dalla variazione nell’andamento delle correnti marine in seguito alla realizzazione della spropositata struttura.
In merito alle peculiarità naturalistiche del luogo in esame, sono state presentate osservazioni dall’Associazione Wwf Taranto onlus, che ha più volte ribadito la presenza di habitat protetti (grotte marine e prateria di Posidonia oceanica) nonché di numerose specie animali tutelate dalla legislazione vigente.
Ma le osservazioni negative sono giunte in Conferenza dei Servizi anche dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia che ha espresso parere negativo alla realizzazione dell’opera affermando che “il progetto in discussione, con gli interventi previsti di dragaggio dei fondali, messa in opera del molo sopraflutto, strutture a terra e scalo d’alaggio, andrebbe ad incidere irrimediabilmente sulle presenze archeologiche e ad alterare in maniera significativa un contesto storico-geografico che ancor oggi rappresenta una preziosa testimonianza dell’uso del mare in età greca e romana”.
Risulta tra l'altro, che il progetto non ha ancora ottenuto la necessaria concessione a mare da parte dell’Ufficio Demanio Marittimo.
Critiche al progetto sono state presentate anche dal movimento “Se Non Ora Quando” e da cittadini residenti e dimoranti di Pulsano che rivendicano il diritto ad un ambiente non inquinato, ad un mare pulito, liberamente fruibile dai residenti e dai tanti turisti che popolano il tratto di costa durante i mesi estivi e che giurano di non tornare più se il porto dovesse essere costruito. Sottolineano, altresì, la mancanza di un accurato studio economico dei proponenti del progetto, relativo ai vantaggi/svantaggi che tale opera apporterebbe alla cittadinanza di Pulsano.
Ma da qualche mese, nè la stampa, nè la “politica trasversale di destra e di sinistra” parla più del Porto di Pulsano. Nonostante per legge, la procedura di VIA debba durare 90 giorni, ci risulta che la prima documentazione sia stata pubblicata a gennaio del 2010 e che la procedura sia ancora aperta.
Ci chiediamo inoltre come mai venga perseguita da parte del Comune di Pulsano una visione politica così arretrata che basa il suo sviluppo sulla cementificazione di ogni angolo naturale in terra e in mare, vero patrimonio della nostra regione. In un Comune dove la depurazione manca e un vecchio depuratore malfunzionante scarica liquami sul litorale, e dove la raccolta differenziata rimane al di sotto di un imbarazzante 10% (ciò causerà nel 2013 l'aumento dei costi per i cittadini per la Tarsu), notiamo un'ostinazione inspiegabile per un'opera ricca di incognite e danni ambientali. “Il grande sviluppo economico” che il paese avrebbe, realizzando il porto, sviluppo ripetutamente ostentato dall’Amministrazione di Pulsano, non è infatti fondato su nessuna evidenza reale, anzi secondo dati recenti dell’Osservatorio Nautico Nazionale (31 Gennaio 2012) i porti italiani hanno registrato un calo delle presenze pari a 27.000 imbarcazioni con un danno del settore di 1,5 miliardi di euro. Ma non solo per i posti barca sorge la perplessità, l'esempio del porto di Campomarino, che oggi ha dei grossi problemi di dragaggio (e costi per il dragaggio che non si sa chi debba sostenere) non ha insegnato niente?
Con questi presupposti, ci viene da domandare: da dove provengono i denari per tale costruzione?
Chi farà da garante per tale costruzione e, al termine della concessione, qualora l'opera dovesse produrre più debiti che crediti, chi dovrà pagare questi debiti? Verranno riversati sul Comune? Chi dovrà sostenere economicamente la manutenzione ordinaria e straordinaria? Dovremo assistere agli stessi disagi del porto di Campomarino? Chi sborserà i denari per i futuri ed inevitabili dragaggi?»
 
Amici di Beppe Grillo Taranto










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