domenica 24 novembre 2024
Nella raccolta la poesia intitolata “Io”
Le poesie di Maria Fornaro, poetessa esordiente di Sava,
inserite nella raccolta “I poeti contemporanei 12” pubblicata, a livello nazionale, dalla casa editrice “Pagine”.
inserite nella raccolta “I poeti contemporanei 12” pubblicata, a livello nazionale, dalla casa editrice “Pagine”.E’ il primo importante riconoscimento per Maria Fornaro, laureata in Materie Letterarie presso l’Università di Bari. Ama leggere e dipingere e scrive per diletto e per emozioni.
«Per me scrivere, come disse Daniel Glattauer, è come baciare: sono senza labbra, ma con la mente» si presenta Maria Fornaro, la cui poesia “Io” è stata scelta dall’editore Elio Pecora per la pubblicazione nella raccolta “I poeti contemporanei 12”. «È stata una grande emozione per me sapere che alcune mie poesie siano state scelte e poi pubblicate. La poesia è divenuta elemento importante della mia vita, è l’universo in cui mi perdo e attraverso essa riesco a concretizzare tutte le mie emozioni, le mie sensazioni, i miei pensieri, i miei ricordi. I momenti più creativi sono di solito accompagnati da forti emozioni che culminano in un pianto liberatorio».
Maria Fornaro è l’unica poeta pugliese scelta dalla casa editrice per la propria nuova raccolta. Gli altri sono Andrea Triaca, Angelo Pisciotta, Elisabetta Rotondi, Fabio Padovan, Francesca Torricella, Giorgio Aquilino, Giuseppe Turchi, Lia Moccia, Margherita Calcagno, Mario Ranieri, Paolo Trucillo, Salvatore Annunziata.
«La modernità comporta velocità ed estensione: si arriva in un baleno a tante persone, nei luoghi più diversi e lontani. Può rifiutarsi a questo la poesia, tenuta così a lungo appartata?» è il quesito che pone l’editore Elio Pecora. «Ma la poesia ha per sua natura la grazia di darsi ad ognuno, di condurlo nell’altrove della parola destinata a durare e del pensiero che rende chiari e colmi i giorni della vita. In questi libri diamo voce a sentimenti che fremevano dietro mura di silenzio, traverseremo mondi che ci appartengono e che mai prima avevamo nemmeno intravisto».
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