martedì 26 novembre 2024


05/12/2012 10:50:19 - Provincia di Taranto - Attualità

Lettera di una mamma a Napolitano

 
Taranto adesso aspetta. Sa che la battaglia è tutt’altro che finita. Anzi è appena cominciata. È come con la disfida di Barletta, i generali degli eserciti mandano avanti solo i loro rappresentanti, avvocati e magistrati, e al posto delle spade si confrontano con le carte bollate e la rivendicazione del rispetto del diritto.
Non sa, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che da Doha manda messaggi allarmanti - «Se qualcuno non vuole rispettarla, la legge, non è questione di cui debba occuparmi io. La mia preoccupazione è di far partire l’azione di risanamento ambientale dell’Ilva. E mi auguro che nessuno si opponga» -, che in discussione non è l’applicazione della legge da parte dei magistrati. Invece dovrebbe sapere, Clini, che giudici e pm utilizzeranno tutti gli strumenti per neutralizzare l’efficacia di una legge «ad aziendam», che nonostante la riscrittura imposta dal Quirinale, continua a essere incostituzionale, a detta dei giuristi e costituzionalisti. E che i filoni dell’inchiesta «madre» sull’inquinamento e sull’Ilva vanno avanti, e che a breve arriveranno perquisizioni e avvisi di garanzia anche a Roma e a Bari. 
Nell’arena di Taranto, dove si consumerà la disfida tra il diritto alla salute e quello all’impresa (perché di questo si tratta, secondo l’opinione di associazioni, cittadini e magistrati) il clima sta tornando ad essere cupo. 
«Speravamo che il Presidente Napolitano stesse dalla parte della verità. Siamo stati condannati a morte con la firma del decreto che permette all’Ilva di continuare a inquinare». Fa scalpore la lettera aperta di una donna di Taranto, Tonia Marsella, al Capo dello Stato: «Venga qui, venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito dare loro in pasto al mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo».
Anche ingenerosa, Tonia Marsella, perché il decreto - costituzionale o meno - comunque impone all’Ilva il risanamento. «È come se si guastasse il rubinetto della cucina - si difende la signora - e invece di chiudere la chiave dell’acqua, per sostituire il rubinetto facessi scorrere l’acqua in cucina». 
 
Fonte: rete










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